La Corte dei Conti Europea tira le orecchie alla missione EULEX in Kosovo : i miliardi impiegati nella Repubblica non hanno dato che risultati estremamente modesti.
Con meno di due milioni di abitanti, all’indomani della dichiarazione d’indipendenza il Kosovo sembrava il paziente perfetto per mettere alla prova l’efficacia del “soft power” che l’Europa vorrebbe esercitare nella normalizzazione dei Balcani Occidentali. Un recente rapporto pubblicato dalla Corte dei Conti Europea ridimensiona però di molto l’efficacia dell’intervento di Bruxelles. Denunciando in sequenza l’inefficacia dell’aiuto europeo, lo sperpero finanziario e la penuria di risorse umane in quella che è la maggiore operazione di gestione di una crisi sotto targa Europea.
Bruxelles è presente in Kosovo con due missioni. Una è responsabilità della Commissione e si basa su misure di assistenza finanziaria rinforzata. L’altra è la missione EULEX, che dipende invece dal Consiglio Europeo. L’UE non si è certo tirata indietro, investendo cifre record negli aiuti a Priština: se in Bosnia Erzegovina Bruxelles spende una media di 33 € per abitante, e in Serbia 28€, in Kosovo la cifra è di ben 116€. L’investimento totale ammonta a 1,7 miliardi di euro, spalmati su quattro anni.
I risultati, però, non sono stati evidentemente all’altezza dell’imponente sforzo finanziario. Per la Corte dei Conti la missione EULEX, che tra l’altro dovrebbe occuparsi di dossier sensibili come quelli sulla giustizia e sulle dogane, “non ha apportato che dei miglioramenti molto modesti allo Stato di Diritto e alla Polizia del Kosovo. Pochissimi progressi sono stati fatti nella lotta contro il crimine organizzato e i risultati restano molto limitati anche per quanto riguarda la corruzione, che resta un fenomeno generalizzato”.
Ci sono delle attenuanti: per il quotidiano francese ‘Le Figaro’, “il giovane Governo di Priština è geloso della propria autonomia, e non è un partner facile. Inoltre, al contrario delle truppe della missione Kfor della NATO, le missioni Europee non possono ‘mostrare i muscoli’ proprio laddove potrebbe essere più necessario”, ovvero nel Nord del Paese, dove la situazione è più tesa”. E dove, per la Corte dei Conti, “l’impatto della missione Eulex è assolutamente trascurabile”.
Appaiono quindi in Kosovo i difetti di funzionamento delle strutture europee, esacerbati da uno scenario tra i più complicati della regione. In particolare, la Corte si meraviglia di come risulti difficile coordinare le attività della Commissione e della Missione Eulex. E spinge Bruxelles a indicare al più presto le modalità di una “exit strategy”.