La corsa alla Casa Bianca si è chiusa da poco e già gli analisti tentano di prevedere cosa riserverà il secondo mandato di Obama in materia di politica estera e cooperazione.
Cerchiamo di capire cosa potrà accadere nei paesi più a rischio, dove Oxfam è impegnata al fianco della popolazione.
La crisi siriana sta varcando i confini per far sentire i suoi effetti anche nei paesi vicini. Secondo la maggioranza degli osservatori, è probabile che Obama metta in gioco il peso politico degli Usa per trovare una via d’uscita alla guerra civile.
In Afghanistan resta da capire a che ritmo gli Usa potranno ritirare i soldati ancora schierati e quanti ne resteranno dopo il 2014. I comandi militari lasciano intendere di preferire un ritiro più graduale e una forza di circa 10mila uomini per il dopo 2014. La Casa Bianca sembra intenzionata a premere per un disimpegno più rapido.
Spostiamoci in l’Africa. Uno dei paesi che più preoccupa è il Mali, dove la comunità internazionale cerca di fermare i ribelli legati ad Al-Qaeda che controllano il nord del paese. Che sia con la forza, attraverso negoziati, o con entrambi questi strumenti. Un maggiore impegno degli Usa può risultare decisivo per sbrogliare queste crisi.
Infine la Russia, dove la rielezione di Obama è stata accolta con cauto ottimismo. Sospetti e timori si incrociano sull’asse Mosca-Washington. Se al Cremlino temono che la Casa Bianca stia offrendo il suo sostegno agli oppositori di Putin, a Washington non si sono mai sopite le preoccupazioni per il rispetto dei diritti umani in Russia.
Nel loro secondo mandato, liberi dall’obbligo di cercare il consenso per la rielezione, i presidenti Usa hanno in genere mostrato più coraggio e decisione. Nei prossimi quattro anni Obama avrà più margini di manovra per un’agenda internazionale ricca di ostacoli, ma foriera anche di potenziali successi.
Gabriele Carchella
Oxfam Italia