Leggere dell’asta di Sotheby’s in cui verranno venduto gli ultimi cimeli di Arturo Toscanini, che comprendono partiture e lettere di Verdi, Mendelssohn e Leopardi, mette una stretta al cuore. È triste che un patrimonio di questo genere possa finire nascosto in qualche casa privata e non a disposizione di studiosi e appassionati. Se non si vuole agire in nome della grandezza artistica di Toscanini, il che sarebbe stupido ma fa lo stesso, ci accontentiamo di un’azione anche in nome del fatto che il maestro è stato uno dei pochi antifascisti dichiarati, per quanto non fosse un comunista, in un paese di conformisti.
Come diceva lui «siamo democratici nella vita e aristocratici nell’arte». Il costo complessivo è di circa 1,5 milioni di euro. Non occorre comprare tutto, almeno i pezzi più importanti. Sarebbe bello che, anche in questo momento di ristrettezze, Ornaghi e il ministero dei Beni culturali si dimostrassero «democratici nella vita e aristocratici nell’arte», anche se temo sia un sogno di un sera di mezzo autunno.
Clicca qui per leggere l’articolo dell’Unità sull’asta londinese.