Terme di Petriolo, Grosseto, Sabato mattina.
Ancora per qualche mese chi passa da queste terme romane può scegliere se andare nello stabilimento a pagamento, brutta struttura (chissà perché) come spesso sono gli stabilimenti termali di ora, o restare nella parte gratuita all’aperto. Poi è probabile che nei mesi invernali rimanga solo quella gratuita.
Le pozze sono arroccate sul declivio scosceso dell’argine del fiume, che sotto il ponte romano mischia l’acqua fredda con quella calda proveniente dalla sorgente.
Entro in una delle pozze ed accanto a me c’è Marcello, uomo più verso i sessanta che i cinquanta, di Grosseto. Da 30 anni viene a Petriolo e in tutto questo tempo se n’è sempre preso cura. Rimette gli argini, aggiusta i tubi che portano l’acqua calda, si preoccupa di creare nuove pozze costruendo muretti che vengono poi “murati” naturalmente dallo zolfo e dagli altri componenti minerali dell’acqua sulfurea.
Marcello presidia il bene comune, lo fa per piacere personale e per soddisfazione verso la comunità, buona parte della quale non sa neanche che Marcello esiste, eppure gode ampiamente dei risultati positivi del suo sforzo.
Caso un po’ più strutturato ma ugualmente interessante è quello di Enrico, che con un afflato di voglia di partecipare si iscrive agli Angeli del Bello di Firenze e crea il gruppo del Parco Stibbert. Giovane Enrico, per lo più pensionati gli altri del gruppo, molte donne tra cui una signora americana ed una tedesca, è uno dei pochi gruppi che da anni porta avanti una continuativa attività di volontariato, e garantisce così la cura piccoli ma determinanti dettagli per la manutenzione del parco. Anche questo, nonostante in una organizzazione in teoria molto comunicata, silenziosamente.
Secondo me siamo molto più capaci di occuparci del bene pubblico al di là dello Stato di quanto siamo abituati a pensare.
E’ più faticoso fare o restare nello status quo attendendo che venga fatto da altri?