L’intonarumoriPlaylist non richieste ma che siamo ben felici di stilare: le 10 ristampe del 2012

Il mercato delle ristampe è forse l'unico settore dell'industria discografica che ancora riesca a immaginare il proprio futuro. Al di là di qualsiasi possibile considerazione sul fenomeno, partendo...

Il mercato delle ristampe è forse l’unico settore dell’industria discografica che ancora riesca a immaginare il proprio futuro. Al di là di qualsiasi possibile considerazione sul fenomeno, partendo dal presupposto che, quando si parla di musica, il passato è semplicemente uno dei tanti sguardi possibili sul presente, eccovi dieci titoli usciti quest’anno meritevoli di essere riscoperti.

CAN – THE LOST TAPES (Mute)
Tre dischi di materiale d’archivio risalente agli anni Settanta, regalo prezioso da parte di uno di quei gruppi che con decenni d’anticipo ha disegnato il suono del nostro presente e forse pure quello del nostro futuro. Il livello è altissimo, almeno quanto quello dei dischi ufficiali prodotti dai tedeschi: lo studio di registrazione diventa strumento musicale, luogo in cui sintetizzare musica per il corpo e per la mente.

 https://www.youtube.com/embed/u4CtYbTT2-Y/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

A R KANE – COMPLETE SINGLES COLLECTION (One Little Indian)
A cavallo tra fine anni Ottanta e inizio anni Novanta questo duo di East London ha saputo mescolare i generi con una grazia straordinaria: chitarre noise, elettronica, dub, jazz, hip hop. L’antologia ripercorre tutti i singoli pubblicati, documentando una musica in costante evoluzione la cui portata rivoluzionaria è finita troppo presto nel dimenticatoio.

 https://www.youtube.com/embed/d0s6ejuB62Y/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

MY BLOODY VALENTINE – EP’S 1988-91 (Sony)
Doppia raccolta che raduna tutti gli EP (e aggiunge qualche inedito) pubblicati dai My Bloody Valentine: il rumore che diventa peculiare forma di poesia sonora, immergendo le canzoni in una coltre strumentale palpabile, disorientante, abrasiva ed evanescente al tempo stesso.

 https://www.youtube.com/embed/fCyVC651vwg/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

LEE HAZLEWOOD – A HOUSE SAFE FOR TIGERS (Light In The Attic)
L’uomo che ha fatto indossare gli stivali a Nancy Sinatra e scritto Some Velvet Morning, dopo essersi trasferito in Svezia, sul finire degli anni Sessanta, ha collaborato a lungo con il regista Torbjörn Axelman. La colonna sonora di questo film tv sceneggiato dai due nel 1975, finora mai pubblicata su cd, è uno dei suoi lavori più ispirati.

 https://www.youtube.com/embed/kXBGkDEuTwU/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

BBC SCHOOL RADIO SERVICE – THE SEASONS (Trunk)
Il BBC Radiophonic Workshop, nato negli anni Sessanta in Gran Bretagna per sonorizzare trasmissioni radiofoniche e televisive della TV di stato (l’esito più noto: il tema di Doctor Who), diventato ben presto fucina di musiche futuribili e intuizioni brillanti, produceva, tra le altre cose, dischi educativi per le scuole. In questo lavoro del 1969 i poemi di Ronald Duncan (uno per ogni mese dell’anno) e l’arcano accompagnamento elettronico di David Cain generano inquietanti suggestioni.

 https://www.youtube.com/embed/tGTCCTPSI30/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

AA. VV. NEW WAVE ITALIANA 1980-1986 (Spittle)
Dopo la rivolta punk, in tutto il mondo si allargava a macchia d’olio un nuovo modo di vivere e concepire la musica. Anche l’Italia produceva il suo arsenale di emuli, riformulatori e pionieri. Questa preziosa collezione recupera nomi noti agli appassionati e outsider particolarmente oscuri, dimostrando che abbiamo saputo essere molto meno provinciali di quanto si creda comunemente.

 https://www.youtube.com/embed/fox5T-xdjtw/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

MATCHING MOLE – LITTLE RED RECORD (Esoteric)
L’ultimo album della formazione capitanata da Robert Wyatt subito dopo la sua fuoriuscita dai Soft Machine ottiene finalmente il trattamento che merita: un suono restaurato, l’aggiunta di un buon numero di registrazioni radiofoniche d’epoca e versioni alternative dei brani. Patafisica, anarchia formale, jazz rock e progressive giocano senza prendersi troppo sul serio con l’estetica della rivoluzione maoista. A distanza di anni, pur con qualche sbavatura, la ricetta suona ancora piuttosto fresca.

 https://www.youtube.com/embed/3pRLir_Evds/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

KING CRIMSON – LARK’S TONGUES IN ASPIC (Discipline)
Nata dalla visione di uno dei più fecondi e obliqui teorici del rock, Robert Fripp, i King Crimson di Lark’s Tongues In Aspic, anno 1973, attraversano un momento di transizione particolarmente creativo, ponendo le basi di idee future. La versione CD + DVD comprende anche un raro filmato alla televisione tedesca. Per le tasche più abbienti esiste anche una versione con 13 dischi, in parte occupati da registrazioni di concerti dell’epoca.

TIM MAIA – NOBODY CAN LIVE FOREVER (Luaka Bop)
Straordinario vocalist prematuramente scomparso quindici anni fa, questo brasiliano dalla voce nerissima mescolava soul e psichedelia con estrema naturalezza e grande inventiva. In questa antologia pubblicata dall’etichetta di David Byrne si sintetizza efficacemente il repertorio degli anni Settanta.

 https://www.youtube.com/embed/Nq_AOktdhts/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

THE SOUND – FROM THE LIONS MOUTH (1972 Records)
Ristampati già qualche anno fa ma ormai fuori catalogo, i primi due album dei Sound, gruppo capitanato dal londinese Adrian Borland (Jeopardy e From The Lion’s Mouth) mostrano tutto il talento di un autore che avrebbe potuto giocarsela con giganti come Joy Division, Cure e U2 se il destino non avvesse voluto altrimenti, relegandolo a figura di culto. La bellezza di queste canzoni, comunque, non è stata minimamente scalfita dall’oblio e dal tempo.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter