Il fracking, onestamente, è una pratica che fino a pochi giorni fa mi era totalmente ignota. In italiano lo chiamiamo “fratturazione idraulica”, o meglio – Wikipedia docet – “lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso”.
Chi non lo ama lo definisce “l’ultima diavoleria dei petrolieri per spremere la Terra“: pare, dicono gli esperti, che tale pratica sia stata inventata nel 1947 e in utilizzo nel Texas dal 1997. Il mondo l’ha scoperta con il cinema, quando nel 2009 Josh Fox realizzò il documentario “Gasland”.
L’amministrazione Bush ha dato il via libera definitivo alle aziende, che hanno potuto senza problemi “frantumare la roccia usando fluidi saturi di sostanze chimiche ed iniettati nel sottosuolo ad alta pressione”. Nessun controllo sul modo in cui questo viene fatto, oltre tutto, e quindi i liquidi usati spaziano ma sono tutti “cancerogeni e tossici”. Quindi, contrariamente a quanto dice Wikipedia, non viene usata la tranquilla acqua…
L’argomento torna attuale perché tra i primi titoli annunciati per Berlino 2013 c’è anche il nuovo Gus Van Sant, “Promised Land”, in uscita in questi giorni negli Stati Uniti. Scritto a quattro mani dalla “strana coppia” che lo interpreta anche, Matt Damon – al lavoro su una sceneggiatura per la prima volta da “Will Hunting” – e John Krasinski.
Al centro della pellicola è proprio l’argomento “fracking”, i danni che sta facendo all’ambiente e il totale disinteresse (speriamo che sia alla fine…) in cui queste aziende possono operare grazie a una legislazione a loro favorevole.
L’appuntamento è a febbraio in Germania, al momento non ci sono date di uscita ma visti i nomi in gioco siamo sicuri arriverà anche in Italia, in cui il rischio-fracking è concreto e da non sottovalutare.