«Oggi lo spread tra BTP e Bund tedeschi ha finalmente toccato i 287 punti» cinguetta felice su Twitter Mario Monti. Il quale, onestamente, evita almeno in questo caso di attribuirsi meriti che ha, ma solo in parte (e comunque quantomeno da condividere con Draghi). Cosa è migliorato nella nostra economia negli ultimi giorni? Niente. In compenso i repubblicani Usa alla Camera hanno accettato l’accordo sul fiscal cliff raggiunto al Senato e le borse di tutto il mondo volano con il Ftse 100 che a Londra sorpassa la soglia del 6.000 punti che non aveva mai toccato nel 2012 (l’ultima volta è stato l’8 giugno 2011). Abbiamo raccontato come l’accordo sul fiscal cliff sia un fiscal flop dal punto di vista della sostenibilità del sistema sul lungo termine, ma sul breve è stato sufficiente ad evitare quel burrone fiscale che con ogni propabilità avrebbe riportato in recessione quella che resta la prima economia al mondo. E così, il Financial Times online può titolare oggi che l’accordo del Congresso “sprona” un rally globale in mercati già incoraggiati dai dati cinesi di ieri. Intanto godiamoci il nostro decennale in calo al 4,29%. Poi certo, gli aiuti diretti o indiretti a livello internazionale non si convertono direttamente in voti. Ma questo è un altro problema.
2 Gennaio 2013