In principio è cinemaFDR, ovvero il primo democratico “moderno”

Lezione di storia americana, parte 1. Curiosamente il mese di gennaio offre al pubblico cinematografico italiano due interessanti approfondimenti di storia USA: prima “A Royal Weekend” di Roger Mic...

Lezione di storia americana, parte 1. Curiosamente il mese di gennaio offre al pubblico cinematografico italiano due interessanti approfondimenti di storia USA: prima “A Royal Weekend” di Roger Michell con Bill Murray, che prende il via poco dopo la fine delle vicende narrate ne “Il discorso del re” di Tom Hooper, poi – ne parleremo – “Lincoln” con Daniel Day-Lewis.

Murray interpreta Franklin Delano Roosevelt, FDR per gli statunitensi, il fautore del new deal e colui che prese in mano un paese in un periodo difficilissimo (tra crisi del ‘29 e seconda guerra mondiale…) e seppe farlo diventare prima potenza in assoluto.

Il film si sofferma in particolare su due aspetti, senza riuscire a convincere in nessuno dei due casi: iquello privato, con l lato “farfallone” del presidente che lo portava ad avere numerose amanti e a vivere con accettabile freddezza il suo matrimonio con Eleanor, la quale – pare assodato, secondo gli storici – nutriva molto meno interesse di lui nei riguardi del sesso e gli concedeva senza troppi problemi le sue scappatelle. Dal film di Michell traspare inoltre evidente – anche questo è cronaca – il rapporto difficile tra la moglie e la madre di FDR, quest’ultima sempre molto presente nella vita del presidente: Sara Ann Delano Roosevelt, vissuta fino al 1941, fu infatti presenza ingombrante fino all’ultimo.

L’aspetto più interessante della pellicola è però quello storico, con la prima visita in assoluto sul suolo statunitense dei reali britannici. Re Giorgio VI (lo stesso, come detto, de “Il Discorso del Re”) e signora, infatti, vennero ospitati nella residenza di campagna di FDR, Hyde Park on Hudson (da cui il titolo originale del film): era il giugno 1939, e dal Canada i due reali “approfittarono” dell’occasione per farsi ricevere dal presidente e strappargli la promessa di un aiuto degli Stati Uniti in caso di guerra in Europa contro Hitler (la promessa in qualche modo arrivò, ma gli USA entrarono in azione solo dopo l’attacco subito dai giapponesi a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941).

La grande diversità di approccio tra gli impomatati reali e l’informale presidente – soprattutto quando si trovava nella campagna della sua infanzia, come in questo caso – crea le situazioni più simpatiche del film, e il fatto che a dirigere il tutto ci sia un suddito di Sua Maestà ne avvalora, in un certo senso, la credibilità storica.

Franklin Delano Roosevelt fu il 32esimo presidente degli Stati Uniti, unico a esere eletto per più di due mandati consecutivi (ben quattro, dal 1932 al 1944), lontano parente di Theodore Roosevelt, a sua volta presidente a inizio ‘900 (ma repubblicano).

Malato di poliomelite fin dal 1921 (morì poi nel 1945, a 63 anni) è ricordato ancora oggi con affetto dagli statunitensi, consci dell’importante lavoro da lui svolto – e ancor più dai risultati ottenuti – per salvare il paese dalla crisi economica e farlo risorgere. Il suo “new deal” (letteralmente: nuovo corso) fu un piano di riforme economiche e sociali che FDR iniziò a proporre fin dai primi cento giorni della sua prima presidenza e che mise in breve tempo il paese nelle condizioni di rinascere.

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