L’ex Generale dell’Armata dei Serbi di Bosnia deve rispondere al Tribunale Penale Internazionale dell’accusa di crimini contro l’umanità. La condanna di Zdravko Tolimir, braccio destro di Mladić durante l’eccidio di Srebrenica, ha ingigantito le preoccupazioni della difesa, che ora teme per il proprio assistito. Ratko ora punta a farsi riconoscere l’infermità mentale, ma non ci sta riuscendo troppo bene.
La salute di Ratko Mladić, come scrivevo in questo blog solo qualche mese fa, non sta andando troppo bene. Anche se dopo la sua cattura le sue condizioni sono migliorate, in conseguenza anche degli interventi chirurgici cui è stato sottoposto, la sua salute resta nel complesso cagionevole. Mladić, ci fa sapere il settimanale Slobodna Bosna, resta sotto osservazione costante dei medici del TPI.
Nel frattempo, le sedute del processo vengono rimandate, sospese, annullate. Come nel caso di giovedì scorso: Mladić, mentre il tribunale accoglieva la testimonianza dell’accusa attraverso l’ufficiale olandese Patrick van der Weijden, diceva “di non sentirsi troppo bene”; alla domanda del giudice, che ha chiesto all’imputato se per caso volesse avvalersi del suo diritto di abbandonare l’aula, Mladić ha risposto di avere bisogno di cure mediche: “mi sento molto male da almeno 10-15 giorni”. “E’ meglio per me tornarmene nella mia stanza“, ha aggiunto, “piuttosto di starmene qui a sentire questa propaganda della NATO“.
Per quanto le condizioni fisiche dell’ex Comandante della VRS, l’armata dei serbi di Bosnia, non siano eccellenti, è da notare come il peggioramento della sua salute stia giocando un ruolo centrale nel suo processo, soprattutto da quando l’Aja ha condannato Zdravko Tolimir, capo dei servizi segreti della VRS, all’ergastolo. Il tribunale ha infatti più volte rimarcato come Tolimir fosse “il braccio destro” di Mladić durante la caduta delle enclave di Srebrenica e Žepa, e di come il suo giudizio sarebbe stato “l’unità di misura” con cui valutare anche il caso del generale.
Da allora la difesa ha in mente soltanto una strategia. Cercare di far dichiarare l’infermità mentale dell’ex Comandante e, nel caso in cui ciò non fosse possibile, dimostrare che – se non altro – il Tribunale Penale tratta in modo disumano i Serbi. Dal primo giorno Mladić ha lamentato di essere affetto di senilità, di avere completamente perso la lucidità e di soffrire di allucinazioni. Finora, però, tutti i medici che l’hanno visitato hanno sostenuto la sua sostanziale capacità fisica di sostenere il processo. Persino gli ultimi due specialisti, convocati su esplicita richiesta dell’interessato, i Serbi Vesna Dimitrijević (psicologa) e Ratko Kovačević (neuropsichiatra), hanno recentemente confermato quanto già si sapeva: la salute dell’imputato non sarà ottimale, ma non pregiudica il suo processo.