“Negretto di famiglia”, così Paolo Berlusconi (fratello del ben più noto Silvio) ha definito il neo acquisto del Milan, Mario Balotelli. A parte che è un commento razzista, volgare e xenofobo, fa però una certa impressione il concetto, che chiaramente esprimono queste parole, di “proprietà” (dello schiavo) e di “superiorità” (del padrone) di un individuo su di un altro.
Ho volutamente sottolineato con parole forti un concetto che dovrebbe esser morto e sepolto, quello del possesso di un essere umano da parte di un altro essere umano. Io non credo, infatti, che il Sig. Berlusconi (Paolo) abbia voluto fare una infelice battuta di spirito, quanto esprimere ironicamente il senso di superiorità (economica) che consente a chi ha enormi disponibilità finanziarie di “comprare” di tutto, anche una persona (Balotelli).
Inoltre è anche ovvio il razzismo implicito che qualifica un essere umano, peraltro italianissimo, per il colore. Per la razza. De facto esattamente quello che accadeva, solo per fare un esempio, negli USA prima di Lincoln. Tant’è che le parole di Berlusconi mi hanno trasmesso immediatamente l’immagine (terribile) di un “buana” bianco col suo “simpatico negretto”.
Non so voi, ma io mi vergogno che in Italia esistano ancora uomini di tal fatta. Come sono terrorizzato che una famiglia così (non dimentichiamo Silvio che disse di Obama “non è negro, solo un po’ abbronzato”), governi il nostro Paese da vent’anni. E che provi ancora a farlo.