L’ultima versione della politica che si ridicolizza ha la forma di un vasetto di Nutella. Quello che finisce nelle cronache dei giornali e nelle inchieste dei giudici come oggetto di un rimborso “dubbio”, richiesto e ottenuto da parte di un consigliere regionale del pd lombardo. La vicenda la ricostruisce qui il nostro Da Rold, compito dei giudici – come sempre – sarà capire se il comportamento dei consiglieri è contro la legge che regola i rimborsi dei consiglieri regionali.
Le inchieste lombarde erano partite alcune settimane fa colpendo inizialmente Pdl e Lega. Umberto Ambrosoli, candidato del centrosinistra, ne aveva approfittato per dire che nelle sue liste non c’erano indagati, salvo trovarsi nella spiacevole condizioni di chi deve riconoscere che una scelta garantista sarebbe stata più furba, oltre che più consona al principio di legalità che fa da fondamento alle liberaldemocrazie. Ma è un principio – uno dei tanti – ormai dissipato, nel nostro paese, e che dovrà essere un giorno ricostruito.
Piuttosto, ai politici della Regione di ieri e di domani, sarebbe bello poter chiedere di rendere conto, pubblicamente, di come impiegano il tempo così ben remunerato dalle tasse degli italiani. Sarebbe interessante metterli sotto su cosa sanno della loro regione, su cosa pensano di poter fare, capire quante leggi e atti hanno prodotto, con quale vera incidenza sulla realtà, e così via. Su cosa hanno fatto – perché no – come legislatori a proposito di costi della politica e dell’amministrazione.
E invece no. Ci ritroviamo con in mano il nostro vasetto di Nutella, quello da cui siamo partiti, lì a chiederci se sarà lecito o no, se sarà stato comprato per un ricevimento di bambini in regione o per un atto di golosità malamente fatto gravare (in più) sul già salato conto pagato dai cittadini che con le tasse pagano i politici, che finiscono con l’essere trattati tutti allo stesso modo e tutti – semplicemente – come ladri presi sempre con le mani nella marmellata.