Man mano che ci avviciniamo al gran finale, la campagna elettorale si arricchisce (hai!) sempre di più. Alle sparate mirabolanti dei candidati si è aggiunto il lavorio attento e incessante dei giornalisti politici, sempre pronti a darci conto dei cosiddetti retroscena che animano i palazzi della politica. Ieri il Corriere della Sera ci ha raccontato della possibilità che Giorgio Napolitano succeda a se stesso al Quirinale nel caso la situazione si complichi avviandosi verso una deriva greca. A parte la noia di questi cruciverba politico-istituzionali, a mio avviso si tratta di un segnale ben peggiore delle assurde dichiarazioni e promesse che in un crescendo forsennato stanno devastando la campagna elettorale. Il fatto che i nostri politici e i nostri giornalisti discutano della possibilità che un signore che va per gli 88 anni possa essere tenuto in servizio perché il sistema politico non sembra in grado di designare il prossimo Presidente della Repubblica è la perfetta rappresentazione di un paese in coma, tenuto in vita da una circolazione extracorporea. A nulla vale sapere che il misero giochino sul nome di Napolitano ha l’intento di spiazzare, sondare il terreno e lanciare segnali più o meno criptici ad avversari o alleati, in attesa che i veri nomi escano allo scoperto. Non è una consolazione. E solo una vergogna peggiore.
6 Febbraio 2013