L’Italia del rugby ha battuto, nettamente e con grande forza, la Francia. Un 23 a 18 che non ammette discussioni, siamo stati semplicemente più determinati, eleganti e aggressivi. In una parola, più bravi.
Un match vibrante, giocato alla grande, ed alla fine una vittoria storica, con due mete che sono piccole opere d’arte.
Finalmente anche in questo meraviglioso sport, composto (come dovrebbero esser tutti) di tre tempi, due giocati ed uno, forse anche più importante, ad ovale fermo, l’Italia ha dimostrato che sa vincere.
Nel mentre i nostri cugini, tramortiti da questa batosta sicuramente inaspettata, ci hanno nettamente sconfitti su di un altro campo. Quello dei diritti.
Infatti i riformisti d’oltralpe (che in Francia si chiamano ancora Socialisti) hanno vinto un derby interno alla loro Assemblea Nazionale, l’equivalente del Parlamento italiano, per 249 a 97. I voti con cui hanno vinto, approvando il primo articolo della legge sulle nozze gay.
Una partita dalla quale sono usciti vincitori, in realtà, non tanto i socialisti francesi, quanto i diritti civili di tutta Europa.
In un momento in cui la libertà individuale è in grande sofferenza, vedi in Russia dove sono stati cancellati importanti diritti per i gay, la Francia ha dimostrato modernità e coerenza.
Ed il popolo francese, secondo gli ultimi sondaggi oltre il 63%, sostiene i matrimoni gay. E plaude alla scelta del Governo di Hollande, che ha mantenuto uno dei suoi impegni elettorali, altra partita dove i nostri politici verrebbero sonoramente battuti.
In Italia invece?
Da noi si è sentita, forte e chiara, la voce autorevole (e “di peso”) del Card. Bagnasco che sostiene che la scelta francese “ci porterà nel baratro” (!).
Per il resto, tranne poche (e tutte a sinistra) voci fuori dal coro, la politica nostrana tace.
Da notare che, in campagna elettorale, nessuno, in questo caso zero alzata di mani nemmeno da sinistra, ha inserito nel proprio programma elettorale il matrimonio gay.
Sarà che il buon Cardinale, ed i mondi che rappresenta, vale più della possibilità di vincere la “partita” per un’Italia più giusta, più solidale e dove i diritti civili siano garantiti e rispettati.
Un’Italia dove, davvero, tutti i cittadini siano uguali, ed abbiano stessi dovere ed uguali diritti.
Dove la civiltà e diritto vincano contro ignoranza ed intolleranza. Anch’essa sarebbe (siamo ottimisti), sarà, una vittoria epocale.
Per ora, però, la Francia ci ha nettamente sconfitti.