Caro amico che hai votato Beppe Grillo,
mi permetto di scriverti questa lettera per cercare di capire che cosa passa per la testa di un elettore del Movimento 5 Stelle ora che l’euforia per l’affermazione elettorale dovrebbe essere un po’ smaltita. Mi rivolgo a te per capire, insieme, quali scenari si possano disegnare per questo nostro Paese che è veramente ridotto alla fame. E vorrei che provassi a spiegarmi, punto per punto, come ti senti di fronte ad alcune cose che io, da elettore di sinistra, reputo singolari ma che magari, proprio perché ancorato al vecchio sistema dei partiti, non riesco a comprendere.
Prima di tutto: ma davvero sareste più inclini a dare la fiducia a un governo tecnico, dopo la fallimentare esperienza dell’esecutivo Monti, piuttosto che provare a trovare punti d’incontro con Bersani, di cui sicuramente condividete alcuni punti essenziali? Davvero preferireste un Monti-bis o un Corrado Passera o un “Papa straniero” che metta una pezza a una situazione ingovernabile? Non sarà, mio buon amico, che passata la sbornia elettorale, vi siete resi conto che forse non siete ancora pronti per essere un vero partito politico e che di conseguenza, per non picchiare la faccia, preferireste un tutore?
Seconda domanda: non ti dà fastidio che un movimento che ha improntato tutta la sua forza sulla trasparenza, sulla verificabilità e sulla rete, venga filoguidato da due personaggi che non sono stati eletti e che decidono ogni mossa che bisogna fare al chiuso di una stanza, dopo aver annunciato che porteranno le webcam in parlamento (a proposito, già ci sono, ogni seduta di Camera e Senato è visibile sul sito internet).
Terzo (domanda che ti pongo perché mi riguarda da vicino): come mai questo ostracismo immotivato verso i giornalisti? In fin dei conti, vorrebbero solo raccontare le vostre gesta, farvi conoscere, spiegare come mai un movimento nato quasi per caso nel 2009 è diventato il primo partito in Italia. Non mi sembra che sia una richiesta particolarmente singolare, non credi? Eppure, c’è il veto assoluto, specie con le televisioni (dove, per altro, è più difficile essere fraintesi visto che le interviste sono video). Forse è la paura di far capire che non c’è un terreno particolarmente solido alle vostre spalle?
Quarto punto: se davvero, come ripetuto più volte dai vostri eletti, non esistono tuttologi, ma solo esperti in determinati settori, mi spieghi in che cosa differite dal governo tecnico appena terminato che aveva un rettore all’istruzione, una giuslavorista al welfare, un direttore generale del Tesoro all’economia e via dicendo?
Quinto: come diceva Massimo Gramellini sabato sera, non trovi che il rischio di “chiunquismo” sia davvero assai prossimo, quando si instilla nella gente l’idea che “chiunque” è meglio di questa classe politica? Non credi che sia un giudizio troppo frettoloso paragonare i Razzi, gli Scilipoti, i De Gregorio a quei politici che hanno fatto davvero un percorso animati dalla passione? Penso, per non sembrare partigiano, a Lara Comi, tanto per non fare nomi. In estrema sintesi, non credi che la retorica pietosa dell’uomo qualunque sia ormai vetusta e che l’Italia abbia bisogno di gente con le spalle larghe per poter mettere una pezza a questa situazione?
Sesto: la frase sul fascismo della vostra capogruppo alla Camera, non ritieni che sia quantomeno fuori luogo? Non credi che, nel momento in cui si sta partendo con la tanto agognata Terza Repubblica, ogni accenno a un passato così drammatico dovrebbe essere cancellato? Sono certo che, a scartabellare un attimo, si troverà qualcosa di buono anche nell’operato di Hitler, ma questo decisamente non basta per una sua riabilitazione, seppur parziale. Sbaglio?
Settimo e ultimo punto: nel momento in cui, ipotizziamo, inizierà un governo che godrà anche del vostro sostegno, che ruolo avranno Grillo e Casaleggio nel vostro processo decisionale? Saranno sempre e comunque eminenze grigie che vi suggeriranno che cosa votare e che cosa fare, o riuscirete a guadagnare una vostra autonomia?
Certo di una tua pronta risposta, ti abbraccio