In questi giorni tanti si affannano a scoprire il pensiero del nuovo Papa su molti temi cruciali per la Chiesa (matrimoni gay, famiglia, corruzione, aborto, pedofilia, eccetera). Così si ripescano dagli archivi vecchie interviste, omelie, discorsi. Si ristampano e si traducono in tutta fretta libri di Bergoglio fin qui quasi ignorati e che, improvvisamente, diventano best sellers. E’ normale. Accade sempre con l’inizio di ogni nuovo pontficato.
Ma io ho una curiosità diversa. Che cosa e come cucina Papa Francesco? Tutti hanno ricordato che da vescovo di Buenos Aires egli si cucinava da solo nel suo modesto appartamento. In un libro intervista Bergoglio ha precisato che negli ultimi tempi non aveva più tempo di cucinare, tuttavia ha ammesso di aver spesso preparato i pasti per i suoi confratelli gesuiti. Come cucinava? “Non ho mai ammazzato nessuno”, ha risposto scherzoso.
Però la sorella del Papa, raggiunta da Omero Ciai di Repubblica a Buenos Aires, qualche giorno fa ha fatto una confidenza. “Mio fratello”, ha detto, “cucina dei calamari ripieni da urlo”. Frase bellissima, che stuzzica l’appetito e la curiosità. Qual è la ricetta dei “calamari alla Bergoglio”? Che ci mette nel ripieno? Pangrattato? formaggio? prezzemolo? C’è un ingrediente segreto? Non vorrei sembrare irriverente, ma confesso che, se mi trovassi davanti al Papa, gli chiederei per prima cosa la ricetta dei calamari ripieni.
Sono certo che Papa Francesco accetterebbe volentieri una chiacchierata sul cibo. Il sempre bravo Lucio Brunelli del Tg2, domenica scorsa, ha colto uno scambio di battute fra il Papa e i fedeli che lo salutavano dopo la messa in piazza San Pietro. Nel servizio mandato di in onda dal Tg2 si vede una donna che indica il marito bloccato su una carrozzella, Il Papa saluta l’uomo e gli chiede, indicando la moglie: “Fa bene da mangiare? è una buona cuoca?”.
Allora Papa Francesco, qual è il segreto dei suoi calamari “da urlo”?