Italian Perpetuum MobileCronaca di una morte annunciata (e chiamiamo la mamma)

C'erano una volta i rappresentanti dei cittadini di un paese lontano. Avevano scelto loro di fare i rappresentanti eh, si erano candidati ed erano stati eletti, mica ce li avevano costretti. In qu...

C’erano una volta i rappresentanti dei cittadini di un paese lontano. Avevano scelto loro di fare i rappresentanti eh, si erano candidati ed erano stati eletti, mica ce li avevano costretti. In quel paese lontano vigeva infatti la democrazia.
Ora, questi rappresentanti, che erano divisi in diversi gruppi perché diverse sono, in democrazia, le esigenze dei cittadini, si trovavano davanti ad un problema. Nessuno era veramente riuscito a convincere i cittadini tutti di essere il più bravo. Eh sì, in realtà tre dei vari gruppi si trovavano a doversi dividere la torta in palio. Già, perché è vero che i rappresentanti rappresentano, e cioè faticano per prendere le decisioni migliori per i cittadini tutti, ma è vero pure che in quel paese lontano fare il rappresentante poteva, per alcuni, diventare un gran bel motivo per ottenere i migliori vantaggi.
Per un bel pezzo hanno litigato per trovare un modo per spartirsi la torta, appunto, coi cittadini tutti che li stavano a guardare speranzosi: quello che doveva ricevere il pezzo più grande (Flik), si trovava costretto ad accordarsi con uno degli altri, perché il suo pezzo non era grande a sufficienza per garantire che le sue decisioni fossero approvate.
Allora, ha provato a cercare l’accordo con uno dei due, quello che gli stava meno antipatico. Entrambi gli stavano antipatici, ma uno in particolare (Flok) era proprio quello che aveva per anni inseguito cercando di acchiapparlo quando gli rubava la marmellata. Capite bene che non avrebbe potuto tollerare di doversi accordare con lui!
L’altro (Fluk) gli sembrava più malleabile, e allora ci ha provato. Niente, gli ha risposto sempre picche. Fluck non voleva proprio condividere nulla con Flik, riteneva che i cittadini tutti volessero che fosse lui a prendere l’intera torta perché li rappresentava completamente, e che gli altri fossero degli imbroglioni.
Ad un certo punto in mezzo alle litigate però, arrivò nel lontano paese il momento di scegliere il capo di tutti. Questo capo doveva essere scelto dai rappresentanti. Ah, erano tutti felici di sceglierlo, la mamma (che era il vecchio capo) era andata via da poco nella speranza che non ci fosse più bisogno di lei, e loro volevano proprio dimostrarle che aveva ragione. La mamma era infatti molto apprensiva, ma credeva che fosse giunto il momento di dare loro fiducia, pensava di averli ben educati e responsabilizzati, dopo tutti i guai che le avevano fatto passare.
Flik, Flok e Fluk, assieme ai loro rispettivi amici, si apprestano a scegliere. Fluk fa un nome. Dice in giro che è il nome che han fatto i cittadini tutti. Non è tecnicamente vero, si tratta di una delle tante esternazioni di onnipotenza di Fluk, dovete scusarlo ma lui è fatto così. Però il nome è ragguardevole, e Fluk lo sceglie convinto che Flik sia d’accordo, perché è il nome di uno che a Flik dovrebbe essere simpatico. Ma nel frattempo Flik era andato a cena da Flok, che gli aveva cucinato uno squisito pollo al forno, ottenendo la promessa di un nome a lui non inviso. Flok sapeva infatti di avere poche speranze di prendere parte alle decisioni e allora tentava di tutto per mettersi nella condizione di poter almeno non restare in disparte. Flik, che non era particolarmente sveglio, ci era cascato. Ormai non poteva più dire di sì a Fluk!
Così, i nostri tre non sono riusciti a scegliere nessuno, perché Fluk continuava a gridare, Flok gongolava e Flik si disperava andando avanti e indietro a cercare aiuto. Al secondo tentativo, Flik non si fa infinocchiare e evita Flok. Appena lo vede fugge per paura che lo persuada di nuovo. D’altro canto però ora Fluk è adirato, e Flik non voleva apparire debole, quindi continuò a non accettare il suo nome. La cosa si ripete per cinque tentativi, durante i quali i nostri tre e i loro amici erano rimasti riuniti in una stanza chiusa. Non avendo fatto altro che litigare, erano stremati ormai. C’è da sapere che alcuni amici di Flik, che condividevano con lui il pezzo di torta che gli spettava, non erano sempre stati d’accordo con lui. E lui era andato su tutte le furie, ma faceva in modo da non darlo a vedere, altrimenti lo averebbero preso in giro.
Ormai la situazione era questa: Fluk continuava ad urlare, Flok faceva i suoi calcoli sottobanco (ricordate che lui era bravissimo a rubare le marmellate, e anche i pezzi di torta), a Flik veniva da piangere.
Alla fine, l’illuminazione di Flik e Flok: chiamiamo la mamma! Ma sì, lei è brava, ci ha sempre aiutato, non potrà sottrarsi a farlo ancora. A Fluk la mamma non era simpatica (gli piacevano solo i suoi amici e non voleva fare altre amicizie), ma ormai non serviva più il suo consenso.
La mamma, che era impegnata a fare le valigie per la sua tanto agognata vacanza, convinta di non essere più necessaria come capo, ricevette la chiamata e le venne un bel colpo. Ma come, non sono capaci a stare senza di me? Mi devo sorbire ancora questo oneroso ruolo perché loro non sanno scegliere un sostituto?
Ebbene sì, la mamma fu scelta Flik e Flok e da moltissimi loro amici: era di nuovo il capo.

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