Il 25 aprile è morto. L’epitaffio lo scrive Beppe Grillo dal suo blog. E’ morto perchè – suggerisce erroneamente il comico genovese – è stato nominato a Presidente del Consiglio «un membro di Bilderberg». Invece, il premier incaricato non fa parte della Bilderberg (anche se, a quanto pare, ha partecipato all’ultimo meeting dell’estate 2012).
Purtroppo, anche questa volta, il sapere incontrollato di Wikipedia trae – consapevolmente o inconsapevolmente – in inganno Grillo. Letta è, invece, membro di quella straordinaria rete di rapporti internazionali che è la Trilateral, nonché dal 2004 vicepresidente dell’Aspen Institute Italia.
Tutte queste istituzioni sono da sempre al centro delle più disparate teorie del complotto. Da più parti sorgono dietrologie e illazioni che non solo lasciano il tempo che trovano, ma che servono a coprire il “vuoto pneumatico” della proposta politica di coloro che generano tali storie fantascientifiche.
Forse, come ha affermato con forza ‘il piccolo golpista’ Napolitano davanti alle Camere, è il caso di «fare i conti con la realtà». La realtà sia delle forze in campo nel Parlamento da poco eletto, sia della difficile situazione che vive – ormai, da troppo tempo – il nostro Paese.
Piuttosto che gridare comodamente all’«inciucio», occorre uno slancio di responsabilità comune per superare il frutto amaro «di un paio di decenni di contrapposizione – fino allo smarrimento dell’idea stessa di convivenza civile – come non mai faziosa e aggressiva, di totale incomunicabilità tra schieramenti politici».
Se il 25 aprile è morto (così come Dio e Marx, per dirla con Woody Allen), anche Beppe Grillo oggi non si sente tanto bene!