Durante il discorso davanti alle Camere, con il quale iniziava ufficialmente il proprio secondo mandato come Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha ricordato a sorpresa l’incontro a Rimini con «a una grande assemblea di giovani nell’agosto 2011». A tal proposito, l’inquilino del Quirinale osserva:
volli rendere esplicito il filo ispiratore delle celebrazioni del 150° della nascita del nostro Stato unitario : l’impegno a trasmettere piena coscienza di “quel che l’Italia e gli italiani hanno mostrato di essere in periodi cruciali del loro passato”, e delle “grandi riserve di risorse umane e morali, d’intelligenza e di lavoro di cui disponiamo”. E aggiunsi di aver voluto così suscitare orgoglio e fiducia “perché le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Questo ci dice la crisi che stiamo attraversando. Crisi mondiale, crisi europea, e dentro questo quadro l’Italia, con i suoi punti di forza e con le sue debolezze, con il suo bagaglio di problemi antichi e recenti, di ordine istituzionale e politico, di ordine strutturale, sociale e civile.”
Ecco, posso ripetere quelle parole di un anno e mezzo fa, sia per sollecitare tutti a parlare il linguaggio della verità – fuori di ogni banale distinzione e disputa tra pessimisti e ottimisti – sia per introdurre il discorso su un insieme di obbiettivi in materia di riforme istituzionali e di proposte per l’avvio di un nuovo sviluppo economico, più equo e sostenibile.
Ma a quale assemblea di giovani si riferisce il Presidente?
Il discorso di Rimini era quello tenuto da Napolitano alla Inagurazione della mostra “150 anni di sussidiarietà”, in occasione delle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. La platea di giovani era quella del Meeting di Rimini.
Grazie e buon lavoro Presidente!