«La politica», affermava Boris Pasternak, «non mi dice niente». Infatti, aggiungeva l’autore del Dottor Živago, «non amo le persone che sono indifferenti alla verità». Le parole abrasive del grande poeta e scrittore russo descrivono bene non solo la drammatica situazione che insanguina la Siria, ma anche l’empasse che blocca la comunità internazionale.
Mentre in Siria continuano i massacri di civili, negli Stati Uniti si continua a discutere sulla “linea rossa” delle armi chimiche disegnata da Obama. Ma, come ha osservato giustamente Shadi Hamid su The Atlantic, sembra difficile capire perché quella linea rossa esista soltanto sulle armi chimiche e non su 70 mila morti.
Israele, invece, con un attacco aereo nella notte ha colpito – per la seconda volta in pochi giorni – obiettivi sensibili nel territorio siriano (nel video la “palla di fuoco” sui cieli della capitale). Insieme al centro di ricerche militari sul monte Qassioun, una collina vicino a Damasco, l’aviazione israeliana aveva come obiettivo – secondo The Tower – anche “asset” iraniani.
Il Presidente americano, intanto, plaude all’attacco di Israele, affermando il suo supporto all’azione e lo stretto coordinamento con Tel Aviv:
Di fronte alle inquietanti dimensioni assunte dalla guerra civile, che è ormai diventata geopoliticamente una guerra per procura e rischia di degenerare (a causa della porosità dei confini) in una vera e propria guerra regionale (in cui le monarchie sunnite del Golfo cercano di detronizzare l’arco sciita), il guardingo comportamento americano sembra ormai insostenibile. Dopo aver sostenuto che Reinhold Niebuhr è sempre stato un suo punto di riferimento, forse l’inquilino della Casa Bianca dovrebbe rileggere The Irony of American History. Nella sua importante opera del 1952, infatti, il teologo protestante invitava gli Stati Uniti – con la necessaria prudenza e la doverosa lungimiranza – ad assumersi le proprie responsabilità mondiali, cercando di evitare ogni possibile tracotanza.
La strategia da seguire può essere differente. Ma, è ormai giunto il tempo di agire, affinché non si realizzi la profezia di Pasternak. Nei confronti della Siria, infatti, la politica (internazionale) sembra essere indifferente alla verità.