Blog Notes di MartaUna giovane e nuova 55° Biennale di Venezia

Ci sarà persino il Vaticano, per la prima volta nella Storia, alla 55° Biennale di Venezia che apre il I giugno (fino al 24 novembre). Ci sarà spazio per tutti: 158 artisti con 88 partecipazioni na...

Ci sarà persino il Vaticano, per la prima volta nella Storia, alla 55° Biennale di Venezia che apre il I giugno (fino al 24 novembre). Ci sarà spazio per tutti: 158 artisti con 88 partecipazioni nazionali (di cui 10 sono paesi esordienti, come appunto quello del Papa), e 47 eventi collaterali sparsi per musei e istituzioni varie della città. Una Biennale che proprio in questa vastità e molteplicità trova la sua ragion d’essere, in un’epoca in cui i generi artistici hanno da tempo perso il loro spessore specifico e sono sempre più commistionati, in un’epoca in cui la logica ampia, spaziosa e sempre mutabile di Internet ha ormai condizionato imprescindibilmente la forma mentis di quasi tutte le civiltà e Paesi.

E questa apertura di vedute è stata possibile anche perchè, sebbene qualcuno avrebbe preferito forse curatori più d'”epoca” (non me ne vogliano) alla direzione di questa Biennale (come Achille Bonito Oliva o Vittorio Sgarbi), è stato prescelto un Massimiliano Gionii, classe 1973, che ha subito spolverato il campo da ogni possibile equivoco d’interpretazione: non esiste un modo unico di concepire l’arte, la varietà è il motore e la spinta degli artisti di oggi. Da cui il nome scelto per questa Biennale: Palazzo Enciclopedico. Venezia sarà un libro aperto, una raccolta dei diversi modi di concepire l’arte oggi. Stesso approccio ampio e libero ha seguito Bartolomeo Pietromarchi (1968) alla direzione del Padiglione Italia che apre giovedì 30 maggio: dopo anni in cui, nel corso del Novecento, l’arte ha subito un processo di globalizzazione, è stata uniformata e descritta in tendenze e modi comuni di operare (spesso condizionate dal mercato), ciò che pietromarchi vuole mettere in luce nella vastità di proposte italiane contenute nel suo Padiglione, è al contrario il recupero della “cultura artistica italiana”. www.labiennale.org

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