Scusi, ma lei è troppo giovane per fare l’imprenditore. Non è l’ultima gag di Crozza ma l’obiezione che Stefano Allegri, Amministratore Unico Panificio Cremona Italia, ha ricevuto da un’agenzia di rating in occasione della richiesta di un finanziamento. Allegri aveva tutti i requisiti – un’azienda giovane e solida, capacità imprenditoriale e un grande coraggio visto che è un imprenditore di prima generazione (altro che figlio di papà!) – e quindi ha ottenuto il finanziamento. Questa storiella non banale l’ho ascoltata questa mattina al convegno dei giovani imprenditori di Santa Margherita Ligure il cui titolo è Scateniamoci”. E al di là delle tante considerazioni sull’accesso al credito nel nostro paese, ci riporta a quello che è forse il problema culturale di fondo dell’Italia, ossia l’incapacità di immaginare, progettare e realizzare il futuro. Il fatto grave è che il dubbio della banca sulla giovane età dell’imprenditore non è stato un eccesso di prudenza di un solerte funzionario di banca, bensì uno dei tanti criteri standard per misurare l’affidabilità degli imprenditori che richiedono finanziamenti. Federico Ghizzoni, AD di Unicredit presente al dibattito, ha risposto che era certo al 99% che questo assurdo (l’aggettivo è mio) criterio fosse stato cancellato dalla sua banca. Bene, siamo fiduciosi che Ghizzoni ci tolga anche quell’1% d’incertezza,e che nessun altro imprenditore in futuro si senta rinfacciare la giovane età come elemento negativo. Giustamente Stefano Allegri ha chiesto a Ghizzoni anche qualcosa in più: che la giovane età diventi un parametro positivo. Magari, visto che l’Italia non è un paese per giovani (imprenditori e non).
8 Giugno 2013