Nazionalista e ribellePerché è “quasi” ora di nazionalizzare la Fiat

Carissimi tutti, alcuni giorni orsono, il vertice della gloriosa FIAT , la Fabbrica Italiana Automobili Torino, con aziende che operano nell'indotto che si estendono dalla capitale piemontese fin v...

Carissimi tutti, alcuni giorni orsono, il vertice della gloriosa FIAT , la Fabbrica Italiana Automobili Torino, con aziende che operano nell’indotto che si estendono dalla capitale piemontese fin verso il veronese, ha preso la dicisione di lasciare a casa ben 5.400 lavoratori addetti con mansioni amministrativo-impiegatizie in carico alla principale unità operativa dell’importante gruppo italiano niente popò di meno che “Mirafiori”. Ebbene sì abbiamo letto tutti bene proprio il mitico stabilimento di Mirafiori il più importante.

Se non è questa una provocazione ormai si è capito da tempo che il fenomeno del vertice dell’azienda automobilistica punta diritto verso gli “STATES” verso Detroit e della nostra italietta con tutti i suoi problemi di crescita e disocuppazione crescente non sembra proprio importargliene più di tanto.

Certo la globalizzazione, il libero mercato, la concorrenza, i cinesi, gli indiani, i brics e quant’altro, ma perdonate questa che può sembrare una stranezza ma tanto stranezza non sembrerebbe: come mai un paese come l’Argentina nazionalizza la compagnia petrolifera presente nel paese mandando a casa la multinazionale di marca spagnola Repsol? E addirittura solo qualche giorno dopo anche la Bolivia imita la disastrata Argentina che intanto cresce a ritmi del 5-7 per cento annui (alla faccia del default!!) per nazionalizzare la rete elettrica Red Electrica anch’essa spagnola (sic!!)

Si badi che il verbo “nazionalizzare” nel mondo finanziario internazionale, quello degli ultimi 10-15 anni, fa venire i brividi solo a pensarlo….figuriamoci a pronunciarlo o a metterlo in pratica….

Nel 2008 a seguito del crac Lehman Brothers, il governo americano fu costretto a nazionalizzare le più importanti agenzie di mutui del paese , la freddie mac e la fannie mae, due colossi che vantavano la famosa tripla A attribuitagli dalle agenzie di rating, così come la AIG, la più grossa compagnia di assicurazioni del mondo, così come altri paesi europei entrarono nel capitale delle loro banche ( ma non nazionalizzarono….). Ebbene sapete quali furono le ripercussioni dei titoli in borda di queste società? Per gran parte di essi se ne son perse le tracce, ma sono state salvate le aziende e con loro gran parte dei posti di lavoro.

Ma perché mai un paese come l’Italia dovrebbe ancora sopportare le bizze di un manager innamorato degli Stati Uniti e della Crysler e del suo modello industriale, dopo aver promesso investimenti per 20 miliardi di euro solo nel nostro amato paese mentre se ne sono visti poco più di 2 per subire poi anche l’umiliazione di vedere sui modelli della Crysler appiccicato il glorioso stemma della Lancia?

Un governo che si rispetti e degno del sano senso della nazione, convocherebbe questo manager e, visto che non ama questo paese, gli proporrebbe un bel negoziato, come usava fare un tempo l’Avvocato, acquistando la proprietà dell’azienda, magari coinvolgendo gli stessi dipendenti nella compagine azionaria, salvaguardandone il posto di lavoro e chiudere una volta per tutte questo benedetto travaglio che perdura ormai da quasi 10 anni, della serie ( ma fallisce o non fallisce o è già virtualmente fallita….?) lasciandola così agli italiani, semmai ancora la volessero, e gestita dallo Stato con tanti saluti al suo bravo manager.

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