Come quando scambiavi le figurine panini ( che poi attaccavi con la Coccoina che sapeva di mandorla andata a male) e dicevi: Celo-Manca-Celo-Celo-Doppia; la Fashion Week di Milano è un po’ così: un calendario di eventi, sfilate, festicciole, brindisi, presentazioni, foto, insomma cosa da fare e depennare dalla lista.
Ci sono cose e situazioni che contraddistinguono la settimana della moda milanese e che, senza di esse, tutto sembrerebbe troppo normale. Perché è chiaro no? Durante quei sette giorni, che poi sono sei, succedono cose che nella vita normale di esseri pensanti e dotati di raziocinio non dovrebbero accadere. Salvo poi farle necessariamente e lamentarsene tre secondi dopo su Facebook.
La lista inizia con:
Il mal di piedi. E’ primo in classifica di diritto in quanto Re della Fashion Week. Non c’è da stupirsi se i piedi stanno per scoppiare e sono ridotti ad un agglomerato di bolle e ciocche rosse che la Pimpa a confronto non aveva discromie. Camminare per sei giorni, e macinare chilometri su tacchi 18 con scultura annessa, lascia prevedere la catastrofe ( non tutte hanno l’autista!). Manca: ho indossato tacchi stranamente comodi e boots piattonissimi. Si chiama astuzia.
Cibarsi alle 23, preferibilmente non di solo caffè e smog. Durante la settimana della moda non si mangia, è chiaro ed evidente a tutti. Tra una sfilata e l’altra non c’è tempo perché devi andare alla presentazione, e poi a farti i capelli gratis in Piazza Duomo mentre tutti ti spiano dalla vetrata, poi devi fare le foto nei fuori sfilata e poi c’è l’altra sfilata, il party, il dopo party della sfilata! Alle 23 altro che sfilata: solo e solamente sfilat -ino, con la mortadella. Celo: mi sono nutrita sfalsando un po’ il mio metabolismo basale. Pranzo alle 16, cena alle 23: panini, panini, pizzette, stuzzichini insipidi e..l’ho già detto “panini”?