Il risultato finale è 43 a 55. Ossia chi vince è lo stesso dibattito delle primarie 2013, con un’età media di 43 anni (Cuperlo, Renzi e Civati), contro i 55 anni di età media dei partecipanti al dibattito del 2012 (Bersani, Renzi, Puppato, Vendola e Tabacci). E’ ovvio che la giovinezza dei candidati e dei politici in generale non è garanzia di buona politica, riformismo, visione chiara dei problemi e delle possibili soluzioni. Ma al di là dei messaggi dei tre candidati, l’impressione uscita dal confronto andato in onda su SkyTG24 è che il disgraziato PD finalmente cambia passo. Il partito dilaniato dalle convulsioni di un’infinita ricerca di un’identità politica e di una leadership, squassato da una perenne torsione introspettiva nella ricerca del proprio ombelico, oggi forse è pronto a lasciarsi alle spalle non solo il ventennio berlusconiano, ma anche il ventennio d’alemiano, veltroniano, bersaniano, napoletaniano e via dicendo. E poi ognuno ha le sue idee e il suo radicamento: Cuperlo, la tipica espressione della scuola e dell’apparato del PD; Renzi, il rinnovatore senza se e senza ma (contenuti please?); Civati che sembra impegnato nell’operazione più difficile per un dirigente del PD, ossia mettere in campo un riformismo di sinistra. Per concludere, si tratta anche dell’operazione più nobile e utile non solo per il Partito Democratico ma per tutto il paese.
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