Nazionalista e ribelleBazoli (con Prodi) uccide un’altra volta la Comit

Ieri mattina, presso il Circolo della Stampa di Milano, in occasione della presentazione del libro "la sfida internazionale della Comit" scritto da Carlo Brambilla edito da "Il Mulino" sono interv...

Ieri mattina, presso il Circolo della Stampa di Milano, in occasione della presentazione del libro “la sfida internazionale della Comit” scritto da Carlo Brambilla edito da “Il Mulino” sono intervenuti il prof. Romano Prodi, Alberto Quadrio Curzio, Marco Onado e lo stesso autore. Presente un parterre de rois composto da banchieri ed ex banchieri, alti dirigenti del sistema bancario e finanziario italiano ed ex Comit oltre alle immancabili e celeberrime segretarie degli amministratori delegati di un tempo che allora contavano quasi quanto un ministro della Repubblica.  Si è celebrato un doppio funerale. 

Già, perchè il primo è stato celebrato in occasione della fusione tra la Banca italiana più conosciuta e apprezzata al mondo con la nascente Banca Intesa frutto dell’aggregazione tra il Banco Ambroveneto e la Cariplo, a tal punto che per qualche tempo venne mantenuta la sigla ” BCI” insieme al logo “Intesa” proprio perchè all’estero gli addetti ai lavori manco si sognavano cosa fosse la nuova banca voluta dal prof. Bazoli.

Quella fusione, non va dimenticato, ha rappresentato l’annientamento di una cultura umanista di estrazione laica, rappresentata da Raffaele Mattioli, per volontà, qualche decennio dopo, di quella di matrice cattolica rappresentata dal prof. Bazoli.

E quale migliore occasione per prendere la parola e rovinare la festa?

Da qui il richiamo del professore bresciano rivolto allo scrittore Brambilla per aver interrotto la sua opera proprio nel momento della fusione e semmai per non aver dato seguito a quello che secondo il suo parere sarebbe poi stata una storia di successo, mettendo così in secondo piano proprio il senso della presentazione e del messaggio del libro.

Ma se finisse qui…. il secondo funerale è stato celebrato proprio ieri mattina nel momento in cui ha preso la parola il prof. Bazoli. Nel suo discorso ha voluto significare che il libro di Brambilla avrebbe dovuto tenere conto di quanto è avvenuto durante la fusione della Comit con Intesa con un riferimento, da lui stesso definito “pesante”, in relazione alla situazione che averebbe trovato nei conti della Sudameris, banca contrallata allora dalla Comit operativa in America Latina, sostenendo che per come era stata gestita e per i conti che presentava avrebbe messo in condizione la stessa Comit e quindi chi la stava esaminando di dover portare i libri in Tribunale.

E meno male che ci ha pensato il prof. Bazoli a salvarla dal declino !! come lui stesso ha voluto sottolineare avendone allora parlato personalmente a uno stanco e consapevole Enrico Cuccia…

Sorvolando sulle recenti polemiche sui finanziamenti al suo conoscente Romain Zaleski, si potrebbe anche sostenere che mentre per vedere i ritorni degli investimenti promossi dal finanziere polacco, non sono bastati i primi 10 anni ma ne occoreranno almeno altrettanti, guardando al lungo periodo, come lo stesso professor Bazoli ci ha fatto ben notare, si potrebbe altrettanto sostenere che qualche tempo dopo la fusione Comit-Intesa, proprio il continente che ha vissuto un vero e proprio boom economico e finanziario, dopo Cina e India, è stato quello dell’America Latina e più in particolare il Brasile paese nel quale, ma guarda un po’, aveva la sua sede  principale proprio  la Banque Sudameris…

Per dirla tutta, per chi ha vissuto quegli anni,  è sempre stato molto chiaro il tentativo da parte della così definita finanza “bianca” di appropriarsi del salotto buono di Mediobanca. Così come lo stesso prof. Prodi – siamo negli anni ’80 – quando allora era presidente dell’IRI, ci provò in più di una occasione a “piazzare” suoi uomini ai vertici della Comit senza mai riuscirci, attribuendo oggi la responsabilità del suo declino al management della banca, quando in realtà era, a detta anche dei concorrenti, il più apprezzato sul mercato. E ancor di più  attaccando direttamente la Mediobanca di Cuccia per aver “surgelato” per anni il capitalismo italiano, rendendolo così responsabile di un declino del Sistema quando, in uno scritto in mani del dott. Coltorti capo ufficio studi di Mediobanca: fu Prodi, circa 30 anni fa, a individuare nelle piccole e medie imprese il “quarto capitalismo”.

Le responsabilità dunque si potrebbero opportunamente dividere anche con chi a un certo punto ha “svenduto” in tutta fretta  pezzi importanti dell’industria italiana per poter “entrare” in Europa e ancora oggi è disposto, nonostante il danno provocato, pur di starci  dentro costi quel che costi, “a svendere” quel che resta del sistema produttivo di questo Paese.

Errare humanum est…. perseverare….