Il Consiglio di Amministrazione di Unicredit ha approvato il bilancio 2013 con una perdita di 14 miliardi di euro. Ad affossare il risultato d’esercizio hanno concorso in modo determinante
- Svalutazione crediti per 13,7 miliardi
- Svalutazione “avviamento” per 8,2 miliardi.
Dette svalutazioni, per le stesse voci, si sommano a quelle già miliardarie effettuate negli anni scorsi.
Cominciamo a vedere la seconda. L’ “avviamento” rappresenta il goodwill (il maggior prezzo) pagato al momento dell’acquisizione di banche e finanziarie. Se andiamo a guardare il bilancio 2007 di Unicredit, anno di acquisizione del Gruppo Capitalia, vediamo che la voce in questione rileva un valore di oltre 19 miliardi di euro e di questo, è detto nella relazione, 7,6 miliardi era relativa alla sola acquisizione di Capitalia. Quindi all’epoca la gestione Profumo valutò che Capitalia avesse un goodwill di quella cifra (“gajardo”, dicono a Roma). Nel comunicato stampa del Cda dell’11 marzo è detto che si è proceduto “alla completa svalutazione dell’avviamento allocato in Italia, CEE e Austria” e che il valore residuo dell’ “avviamento” iscritto all’attivo si è ridotto a “3,5 miliardi, circa in linea con i livelli del 2004” (pensate un po’ era 19 miliardi nel 2007), da questo si deduce che il goodwill di Capitalia è stato completamente azzerato. La politica di acquisizione in Italia e all’estero era componente importante della strategia di Profumo, e questi sono stati i risultati finali.
Circa i crediti, la svalutazione di cui sopra è solo l’ultima di una serie di svalutazioni fatte in questi anni, anche se la più cospicua. Purtroppo il comunicato non spiega quanto di essa è attribuibile al portafoglio acquisito con l’incorporazione di Capitalia (Banca di Roma e Banco di Sicilia soprattutto), e speriamo che la precisazione venga inserita nella nota integrativa al bilancio, ma noi presumiamo che sia buona parte, considerato che è stato azzerato il goodwill.
Ora, queste conclusioni cui è giunto il Cda di Unicredit dimostrano che i bilanci degli anni scorsi di Unicredit erano, come dire?, ottimistici. Ma su quei bilanci Profumo e la sua dirigenza hanno preso fior di stipendi e di bonus. Ma erano anche super ottimistici i bilanci di Capitalia, e anche su quelli Geronzi e la sua dirigenza hanno preso fior di stipendi e bonus. All’epoca chissà quanti commenti si saranno sprecati sull’ “operazione di sistema” e altre cretinate del genere per far rifilare la “sola” a Profumo, e infatti Geronzi fu premiato anche con la presidenza di Generali che gli fruttò in meno di un anno di lavoro oltre 16 milioni di euro. Cosa ci volete fare!? Ci troviamo al cospetto di “geni” della finanza da custodire come patrimonio dell’umanità.
Pongo solo questa domanda: i predetti signori Profumo e Geronzi non dovrebbero restituire i soldi presi, visto che i loro bilanci non erano poi proprio brillanti? Presidente Draghi, Governatore Visco, Senatore Monti , Presidente Napolitano, Presidente Squinzi, non è il caso di dire qualcosa su questi scandali? O la colpa è sempre e solo dei lavoratori e pensionati se l’Italia va a ramengo? Presidente Draghi e Governatore Visco non è il caso di stabilire una norma per la quale i bonus vanno trattenuti per dieci anni prima dell’effettiva erogazione? Quando Monti dice che “gli italiani hanno vissuto al disopra delle loro possibilità”, a chi si riferisce?