Un paradosso. Da un lato un gigante della tecnologia, dall’altra un piccolo parrucchiere di provincia.
Eppure il consumatore si orienta sempre più su questi servizi, ovviamente ognuno nei propri ambiti. Si tratta di concorrenza sui prezzi? Si tratta di concorrenza marketing?
Analizziamo i dati.
Negli ultimi anni il business di Uber in Italia è cresciuto in misura esponenziale, il servizio Uber Black si occupa di fornire berline di lusso “on demand”, un prodotto in diretta concorrenza con il taxi.
Sempre più persone hanno smesso di prendere il taxi e hanno iniziato a scegliere Uber Black. Che, per altro, costa più di un taxi. Perchè? Sarà che le auto sono nere e belle?
Sarà che l’app fa tante campagne marketing e promozioni? La risposta potrebbe essere diversa e sorprendentemente simile al motivo per cui tante donne oggi scelgono di andare da un parrucchiere cinese, piuttosto che da un parrucchiere “ordinario” italiano. E, anche in questo caso, la scelta non è motivata esclusivamente dal prezzo.
Esiste un fattore che negli ultimi 15 anni, ha acquisito sempre più valore nelle transizioni economiche, grazie a internet e agli strumenti che questo ci offre.
Questo fattore è la trasparenza.
E’ vero che Uber costa più di un taxi. Ma tu sai già quanto spenderai, prima ancora di prenderlo. Perchè l’app è in grado di calcolarlo con anticipo e fornirti una stima, che comprende i km previsti e la durata del viaggio. Una sensazione sconosciuta a chi è abituato a prendere un taxi. E’ un giorno dispari? Forse c’è una maggiorazione. Hai una valigia? Sicuramente c’è una maggiorazione. E’ notte? E’ giorno? E’ luna piena? Insomma, incertezza, sempre e comunque.
Lo stesso capita, dai parrucchieri italiani. Ogni donna abituata a fare i conti con i propri capelli conosce la storia. Non esisterà mai un giorno in cui tu pagherai la stessa cifra per lo stesso servizio. Mai, nisba. Impossibile.
Molti parrucchieri sono diventati abilissimi – negli anni – a rendere poco trasparenti i prezzi, aggiungendo servizi (creme, impacchi, cremine, trattamenti) che vengono arbitrariamente inseriti all’interno del pacchetto inizialmente richiesto (es: “Buongiorno, vorrei solo una piega!”).
I parrucchieri cinesi non conoscono (ancora) questi trucchi, oppure hanno capito che si tratta di tattiche controproducenti.
Se la piega costa 12 euro, costa 12 euro. Sia che tu abbia i capelli lunghi, che tu ce li abbia corti. Che tu li voglia mossi o li voglia dritti. Che tu sia del segno del leone o della bilancia. E cosí via.
Conoscere un prezzo prima di usufruire di un servizio è ormai la prassi a cui si è abituata un’intera generazione, la nostra.
I giovani prenotano e acquistano servizi conoscendo il prezzo al centesimo.
I giovani prenotano e acquistano servizi conoscendo il prezzo al centesimo.
Prenotano hotel in tutto il mondo consultando le recensioni di migliaia di utenti, prenotano i ristoranti leggendo menu e prezzi su internet il giorno prima. E’ bene che gli italiani, abituati ad una generazione di consumatori differente (i baby boomers) comincino a tenere conto dei nuovi e diversi approcci al consumo.
I millennials spendono, ma sono consumatori attenti. La generazione degli under 35 non ha tempo (nè soldi) per essere presa in giro. E allora ben vengano servizi – anche più cari, come nel caso di Uber – ma trasparenti.
I millennials spendono, ma sono consumatori attenti. La generazione degli under 35 non ha tempo (nè soldi) per essere presa in giro.
Perchè la trasparenza, e non solo il prezzo, farà vincitori e vinti nell’epoca di internet.