Caro Zeno,
stanotte la terra ha tremato, un po’ lontano da casa a dir la verità, ma abbastanza per sentire ballare il pavimento. E mentre dalla mattina presto guardo il numero dei morti salire penso al fatto di non aver ancora scritto la tua lettera di compleanno.
Per la verità ci ho pensato più volte, ma quest’anno non so perché mi sembrava un rituale banale, quasi inutile. Poi stamattina le notizie del terremoto hanno reso tangibile a tutti come la vita sia fragile e casuale (ce ne dimentichiamo sempre, troppo convinti di poter controllare tutto) e il fatto che fosse vicino a casa, è banale e stupido da dire, ma lo ha reso più vero. Così semplicemente ho pensato che un rituale per essere definito tale vada rispettato.
Ed eccomi qui capitolo 3. Altri 12 mesi passati e tu adesso hai 5 anni. Non lo posso negare è stato un colpo; mi sembra che il tempo stia accelerando vorticosamente e tu ne sei la testimonianza. Quest’anno festa in piscina e tu nel frattempo hai anche imparato a nuotare, insieme ad un altro milione di cose.
Ma la cosa bella è che anche io ho imparato un sacco di cose quest’anno:
Per esempio che il tuo tempo, il tuo tempo, ha un ritmo molto più lento del mio, e non perché tu sia un bambino, ma perché è il tempo che piace a te. Così quando mi dici “mamma voglio dirti una cosa” so che devo sedermi e aspettare con pazienza che tu possa trovare le parole adatte per formulare la tua frase. So che tra la prima parola della frase e il resto ci sarà una pausa, lunga, come se ne stessi ancora cercando qualcuna, di parola, mentre in realtà so che stai scrutando i miei occhi per anticipare le mie reazioni.
Ho imparato che sotto quel velo di pacatezza si nasconde una bambino nervuto e a volte nevrotico, e che la parola perdere non rientra nel tuo vocabolario, e anche se te lo spiego con tutto l’amore del mondo che non fa niente e che nella vita si perde più spesso di quanto si vinca, che non puoi smettere di giocare solo perché non vuoi più perdere, tu mi rispondi comunque “certo che fa, io non voglio perdere” e io sono inerme. Perché cosa posso mai replicare; nessuno, grande o piccolo, vincitore o vinto, vuole perdere. Hai ragione tu.
Ho imparato che il tempo dei baci sta finendo ed è per questo che ultimamente te ne dò mille di più, per farne una scorta per i tempi difficili, quando mi dirai di non accollarmi e a me oltre a prudere le mani mi si piegheranno anche le gambe.
Ho imparato che il tanto agognato silenzio è a dir poco assordante quando non ci sei.
Ho imparato che ci sono milioni cose che vorrei per te, ma probabilmente nessuna coinciderà con i tuoi desideri.
Ho imparato che non posso proteggerti, ma a consolarti sono diventata abbastanza brava, ho imparato che sei molto meno speciale di quanto pensassi, ma molto più speciale di quanto pensassi.
Ho imparato che se ti dico quanto ti amo tu pretendi che lo faccia abbracciandoti forte, perché più forte è l’abbraccio più grande è l’amore, ti serve un amore tangibile, un amore reale, fisico, materiale.
Ho imparato che non vorresti mai aver bisogno di me, ma per tua sfortuna ancora per un po’ ne avrai.
Ho imparato che come me, sei di poche parole e di incredibili sorrisi radiosi che ti chiudono gli occhi e illuminano la faccia, e che quei sorrisi hanno per te un valore molto più alto di qualsiasia altra cosa.
Ho imparato che vuoi parlare di cose da grandi e non vuoi spiegazioni da bambino. Ho imparato che soffri la solitudine, ma non so come, allo stesso tempo sei incredibilmente aperto.
Ho visto i tuoi centimetri aumentare e, incredibilmente, i tuoi filtri con il mondo invece di inspessirsi si stanno assottigliando, e per questo, tutti i giorni, mi preoccupo. Ho visto i tuoi desideri avverarsi, ma solo alcuni e gli altri amore mio forse si avvereranno l’anno prossimo.
Ho visto il mio adorato sciatore vincere con tutta la grinta possibile e poco dopo passeggiare per il campo da rugby senza voler neanche toccare la palla. Ho imparato che questo è il tempo delle parole, che quello degli abbracci sta per terminare, e allora amore mio ecco le mie parole ponderate e trovate, poche e semplici. Sottili.
Caro Zeno, tanti auguri per il tuo 5° compleanno passato, io quando e se vorrai per il prossimo anno, sarò accanto a te (quasi) sempre.
Con amore mamma.