Homo sumPer capire come può essere distorta la verità, guardiamo “Sbatti il mostro in prima pagina”

di Francesco Carini - Homo Sum […] E poi questo Mario non fa troppo comodo al padrone del tuo giornale… Pioggia di voti, la propaganda indiretta è sempre la migliore […] Mentre tu scrivi i tuoi...

di Francesco CariniHomo Sum

[…] E poi questo Mario non fa troppo comodo al padrone del tuo giornale… Pioggia di voti, la propaganda indiretta è sempre la migliore […] Mentre tu scrivi i tuoi pezzi di costume, Bizanti e Lauri fabbricano i colpevoli e fanno sul serio.

Da Sbatti il mostro in prima pagina, di Marco Bellocchio

Questo è quanto un giornalista dice al gentile Roveda (il bravo Mario Garriba), impiegato al Il Giornale di cui è redattore capo Giancarlo Bizanti, interpretato da uno straordinario Gian Maria Volonté. (Per la cronaca, il nome del quotidiano non si riferisce a quello attualmente diretto da Alessandro Sallusti, proprio perché il film uscì nelle sale 2 anni prima che Indro Montanelli fondasse l’omonima testata nel 1974).

Bizanti “fabbrica la verità” collaborando con le forze dell’ordine preposte alle indagini, incolpando l’innocente militante di sinistra Mario Boni (Corrado Solari) dell’omicidio della giovane Maria Grazia Martini (Silvia Kramar). Effettivamente, molte prove sembrano inchiodare il ragazzo, ma una testimonianza estorta con l’inganno a Rita Zigai (la bravissima Laura Betti), riesce a far cadere sul ragazzo la colpa in modo quasi automatico. Però, Roveda, investigando, scopre che l’assassino è il bidello della scuola frequentata dalla vittima, il quale, ossessionato morbosamente dalla ragazza, viene smascherato dal cronista e successivamente dal direttore, con quest’ultimo che cerca di tenere nascosto il fatto in un finale a dir poco drammatico (di cui non farò lo spoiler per coloro i quali non l’abbiano ancora visto).

Il film è palesemente spostato a sinistra, ma può mettere in luce quanto in generale un certo tipo di propaganda (nel caso del film quella di centro-destra) possa universalmente condizionare l’elettorato spaventandolo e trovando dei cittadini innocenti sui quali gettare addosso tutte le colpe, che possano servire a scopi politici o economici.

[…] Non sempre chi si chiama direttore dirige veramente qualcosa. Ciascuno deve stare al suo posto: la polizia a reprimere, la magistratura a condannare, la stampa a persuadere la gente a pensarla come vogliamo noi. Tutti in fondo stanno facendo il loro dovere… Sono gli operai che non stanno al gioco… Non lavorano abbastanza, se ne fregano, vogliono sempre soldi. Non riusciamo ad alzare la produzione, è questo il vero guaio. Che cosa vuole che conti davanti a tutto questo l’innocenza o la colpevolezza di un qualsiasi Mario Boni… (Ingegner Montelli, l’editore interpretato da John Steiner, in Sbatti il mostro in prima pagina)

Continua a leggere

X