(Immagine tratta dall’episodio Sinite parvulos, nel film Signore e signori, buonanotte, 1976)
di Francesco Carini – Homo Sum
La povertà è come una punizione per un crimine che non hai commesso.
Ely Khamarov
Dall’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children (a cura di Giulio Cederna) pubblicato ad ottobre 2019, si evincono alcuni dati inquietanti: 1.260.000 bambini vivono in povertà assoluta, stato in cui, secondo il Flash Report pubblicato dalla Caritas il 16 novembre scorso, si trovano circa 5 milioni di individui in totale. Di certo, non meno pesanti risultano i numeri dei minori residenti in famiglie in stato di povertà relativa, con percentuali differenti in base alle regioni di provenienza. Se l’incidenza è di circa un bambino su 10 per Emilia Romagna, Trentino Alto Adige o Liguria, tale percentuale sale a circa 4 su 10 nel caso di regioni come: Sicilia, Calabria, Campania, Puglia o Sardegna.
Sono numeri, ma dietro queste cifre si nascondono vite spezzate già in partenza, con patologie legate alle privazioni e all’ansia da precarietà che si sviluppano in nuclei familiari indigenti. Come indicato in questo spazio, in Grecia, dove lo stato di povertà è aumentato proporzionalmente ai tagli ai danni di importanti servizi pubblici, fra il 2010 e il 2015 sono incrementati i tassi di patologie psichiatriche e dei suicidi, oltre a quello della mortalità infantile.
Non è una novità che la povertà possa uccidere più o meno rapidamente, e, se non lo fa fisicamente, il danno psicologico provocato porta alla distruzione di speranze e serenità, elementi fondamentali per qualsiasi essere umano, figuriamoci per un fanciullo. Naturalmente la reazione allo stato di indigenza e di mancanza di stabilità è personale, ma i rischi sono in ogni caso forti.
Scritto e diretto da più autori e registi, da Age e Scarpelli a Ettore Scola, passando per… Continua a leggere