Anche casa mia è teatro della querelle tra la Epic Games, la società di videogiochi che ha creato Fortnite, e la Apple. Il nano undicenne è, infatti, molto interessato alla questione e ne confabula con gli amici. Sua madre, invece, è incuriosita dalla suggestione distopica che questo scontro ‘epico’ comporta.
Tutto riconducibile al 1984
1984 è, infatti, il capolavoro di George Orwell che racconta un ipotetico mondo futuro, ambientato nella Londra del 1984 (il libro è stato scritto nel 1948). Un mondo controllato dal governo totalitario del Grande Fratello, in cui i cittadini sono passivi e inerti, mentre la tecnologia è sempre più invasiva. Un mondo di schiavi governato da folli.
1984 è anche lo storico spot pubblicitario della Apple che presenta il personal computer Macintosh: strumento di liberazione di massa dal conformismo. Si legga: dal monopolio dell’IBM!
1984 è infine il video, diventato virale, in cui la Epic Games fa la parodia allo spot della Apple con un Grande Fratello a forma di mela.
Nemesi storica o fatale scherzo del destino? Piuttosto, banale ironia fra totalitarismi.
Fra Grandi Fratelli algoritmici.
Fra i monopoli delle nostre tasche, ma soprattutto delle nostre menti.
Ricordiamoci allora quello che Winston, il protagonista di 1984, ricorda all’amata Julia: “Esistono la verità e la non-verità: chi si aggrappa alla verità, anche se solo, non è pazzo”.
Impegnamoci dunque perché il 2020 non sia il 1984, dove “la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”. E perché smetta di essere profezia, fino ad oggi sempre avveratasi:
“Anche dopo vastissimi sommovimenti e mutazioni apparentemente irrevocabili, lo stesso schema si è sempre riaffermato, come un giroscopio che sempre torna in equilibrio, per quanto lo si spinga in un senso o nell’altro”.