Oggi vi consiglio Forse mio padre di Laura Forti.
Il libro
Poco prima di morire, una madre rivela alla figlia che l’uomo che l’ha cresciuta non è il suo padre biologico. Come uno sparo improvviso, una verità fino ad allora solo sospettata diviene certezza dolorosa. Un giovane conosciuto durante l’occupazione nazista e abbandonato subito dopo la guerra, è lui il padre. È lui quella presenza impalpabile con la quale la madre è sempre rimasta segretamente in contatto e che ha lasciato dietro di sé poche, labili tracce. È lui il forse padre. Inizia allora il tentativo di ricomporre, attraverso la letteratura, una storia familiare che non è solo biografia di un fantasma, ma un viaggio tra frammenti affilati, una corsa a perdifiato tra le ombre e le luci del passato. Cercando un padre mai conosciuto, una donna riacquista così la sua dimensione identitaria e profonda, trovando finalmente la forza di colmare il vuoto e di aprirsi al futuro. Il coraggio di guardare la vita dritto negli occhi, catturarla e ammansirla, fa di questo libro un romanzo dalla lucidità disarmante, un percorso di guarigione scandito da parole scelte con precisione chirurgica, parole che scavano nella memoria e non hanno timore di costruirne una nuova. Del resto, conclude la voce narrante di Forse mio padre, «quando la memoria non c’è, non basta o resta muta, dobbiamo costruircene una nostra. Dobbiamo avere fede nella fantasia ».
La mia lettura
E’ nella storia familiare che ciascuno ricerca il senso e il significato della propria esistenza, impariamo a costruire la nostra vita su uno schema relazionale interiorizzato all’interno del nucleo familiare. La famiglia ha in sé due dimensioni: quella visibile che si manifesta attraverso le cose, gli eventi, le cure, poi c’è la dimensione invisibile con le memorie, i ricordi, le aspettative.
Forse mio padre di Laura Forti racconta il processo di ricostruzione di una identità attraverso la storia familiare dove centrali sono le figure di un grande assente, un padre mai incontrato, e di una madre che nel momento in cui decide di svelare una verità importante causa un terremoto emotivo che necessita di dettagli per raggiungere uno stato di assestamento.
Forse mio padre è un viaggio nella memoria, le tappe sono luci e ombre , le paure del passato e del futuro vengono lenite con il narrare. Quando si racconta cosa si fa? Si mettono in ordine i fatti, si collegano tra loro.
Raccontare e prendere consapevolezza delle proprie origini è fondamentale per eliminare le incrostazioni del passato e valorizzare ciò che si è ereditato. Laura Forti immagina un dialogo, un incontro con il “forse padre”, l’aspetto autobiografico io l’ho dimenticato, ho accolto i protagonisti di questo libro come fossero personaggi e credo fosse ciò che desiderava l’autrice perché in effetti, quando mettiamo nero su bianco una storia e la consegniamo agli altri smette di essere nostra, diventa di tutti e quindi cambia.
Mi ha fatto venire in mente, Laura Forti, “Writing as a Way of Healing. How Telling Our Stories Transforms Our Lives (1999) della poetessa italo-americana Maria Mazziotti Gillan, lei sostiene che in ognuno di noi c’è in attesa un racconto da dipanare.
Forse mio padre è un romanzo che può entrare in quel genere di scrittura ibrida contemporanea, supera i confini tra la fiction e la scrittura referenziale, la dimensione biografica in fondo non è così esplicitata, come dicevo, io ho letto il libro come un romanzo senza quel senso di curiosità supplementare che interviene quando l’aspetto della fictional biographies viene volutamente accentuato come è accaduto negli ultimi anni per molte autrici più o meno note e questo per me è un punto a favore di questo romanzo.
“Quando la memoria non c’è, non basta o resta muta, dobbiamo costruircene una nostra. Dobbiamo avere fede nella fantasia”
così scrive e così fa Laura Forti .
Forse mio padre di Laura Forti
Editore: Giuntina
Collana: Diaspora
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 19 novembre 2020
Pagine: 220 p., Brossura € 14,25