“Negli ultimi decenni (il Giappone) è arrivato ad attirare l’attenzione per la sua produzione di manga e anime, oltre che per la sua brillante letteratura moderna e contemporanea. Di conseguenza, il Sol Levante ci sembra vicino, pur restando, al contempo lontano.
Tutti ne sanno qualcosa, ma nessuno lo conosce a fondo. C’è qualcosa di sfuggente che non riusciamo a cogliere e che crea due arcipelaghi simili ma non uguali: un Giappone reale e uno simile a una terra d’incanto idealizzata, quasi un miraggio”.
Viaggio nel Giappone sconosciuto di Massimo Soumaré
La prefazione di Massimo Soumaré al suo libro Viaggio nel Giappone sconosciuto (Lindau, 2021 – 19,00 euro) si apre così, fotografando l’idea di Giappone che abbiamo in Italia e probabilmente nel mondo. Un’analisi che condivido e di cui avevo accennato in alcuni miei libri. Se per Soumaré “la magia” che il Giappone è riuscito a creare intorno a sé stesso è figlia di un “fraintendimento” , nel 2015, parlando del sushi, scrivevo che “la seduzione che il sushi ha esercitato su mezzo mondo è figlia anche di questo equivoco” (L’Arte del Sushi, Gribaudo 2015 – pag. 11). Equivoco e fraintendimento sembrano essere dunque le parole chiave sulle quali si forma quella “magia” che altro non è se non l’origine del mito, ovvero quello scarto che separa forma e sostanza e che l’autore cerca di colmare per avvicinarci al Giappone reale, alla sua storia, alla sua cultura e dunque, ai giapponesi. L’interesse ritrovato da parte del grande pubblico intorno alla cultura nipponica impone, infatti, a chi se ne occupa in modo scientifico, uno sforzo nuovo: piuttosto che accarezzare le certezze, è oggi necessario creare dubbi svelando misteri e sfatando i luoghi comuni. Si inserisce in questa visione, il libro di Soumaré il quale, attraverso un approccio storico-filologico ci accompagna in un viaggio dentro al mito (ovvero ai miti) che hanno creato l’immaginario del Giappone, cercando di farci capire le origini e lo sviluppo degli stessi.
Il volume si apre, non a caso, con un saggio sulle bambole e la cultura della provincia, un tema fondamentale per capire qualcosa sul Giappone, da sempre popolo di contadini e pescatori, ma argomento di cui si sa, se possibile, ancora meno che di tutto il resto dato che è rimasto ai margini del nostro interesse e dunque dell’immaginario. Proprio la provincia e le attività della natura si legano indissolubilmente con il tema del sovrannaturale e del fantastico, argomenti trattati nel secondo capitolo, e che sono alla radice del mito della cultura del Sol Levante. Il sovrannaturale permea, infatti, tutta la cultura giapponese, basti solo pensare che tra le due principali e più antiche scuole buddhiste giapponesi vi sono la Shingon e la Tendai, entrambe scuole esoteriche. Lo Zen, che tanta fortuna ha avuto anche in Occidente, arrivò in Giappone molto dopo, intorno al 1200 con Eisai, monaco Tendai che di ritorno dalla Cina fondò intorno al tè una nuova scuola, quella che diventerà poi lo Zen. “l guerrieri giapponesi: tra fantasia e realtà” è il significativo titolo della terza parte del libro, quella che affronta il mito dei samurai o, se preferiamo dei bushi (gli uomini d’arme) che tanto ci affascinano per la loro abnegazione, il loro coraggio e la loro lealtà. Soumaré ci racconta lo sviluppo della figura del samurai durante il medioevo giapponese, quando gli “aristocratici arcieri” non dovevano essere poi così dissimili dai nostri. Nell’anno che celebra il settimo centenario della morte di Dante, il pensiero va certamente a lui, che in vita sempre si crucciò di non essere mai stato nominato “cavaliere” pur avendo difeso Firenze anche sul campo di battaglia. Interessantissimo è poi il saggio sulle donne. Per motivi storici, l’Occidente ha appiattito l’immagine della donna giapponese con quella della geisha, sinonimo di passività, sopportazione ed eleganza ma prima di questa idea, tutto sommato recente dato che nasce durante il periodo Edo, la donna ha avuto un’importanza fondamentale nello sviluppo della storia e della cultura giapponese. Soumaré ci porta alla scoperta di questa storia che è necessario conoscere se vogliamo capire il ruolo della donna nella società contemporanea, il potere che ha e il suo modo di esercitarlo, che è certamente molto diverso dal nostro. Gli ultimi due capitoli ci raccontano il rapporto tra spiritualità e religione in Giappone, e fanno luce su quel delicato e importantissimo fenomeno che è il sincretismo religioso tra shintoismo e buddhismo, senza dimenticare l’ingresso del cristianesimo nell’isola e il suo sviluppo. Chiude il volume una parte sulle origini della cultura culinaria giapponese, che oggi è uno dei principali argomenti di comunicazione culturale del Sol Levante.
Viaggio nel Giappone sconosciuto è un libro suggestivo e interessante ma soprattutto scientificamente accurato e molto curioso, la cui lettura è indicata a chiunque si interessi di Giappone.