Alla fine il governo ha sospeso il progetto nucleare. L’annuncio ufficiale arriverà domani, al termine del Consiglio dei ministri. Lo ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani questo pomeriggio, al termine di un intervento in commissione Industria del Senato, dove era in esame il decreto legislativo sul ritorno all’atomo. «Faremo una dichiarazione di moratoria per un anno – le parole dell’esponente dell’Esecutivo – per quanto riguarda le decisioni e l’attivazione della ricerca dei siti per le centrali nucleari».
Stando ad alcune indiscrezioni – la decisione sarà presa nelle prossime ore – il Governo non farà decadere del tutto il decreto già approvato dalla Camera. L’intenzione è quella di salvare la parte del documento relativa al deposito nazionale per lo stoccaggio delle scorie. Un adempimento in tema di sicurezza che, come ha specificato Romani «l’Unione europea ha richiesto all’Italia».
L’ultima svolta dell’Esecutivo sull’energia nucleare nasce da valutazioni politiche, soprattutto. La decisione di fermarsi sarebbe arrivata direttamente dal premier Silvio Berlusconi, preoccupato dalle ultime rilevazioni sulla tenuta del Governo. Continuare a insistere sull’atomo avrebbe comportato un rischio troppo alto in termini di consensi elettorali. Non a caso proprio oggi, a poche ore dall’ultimo passaggio parlamentare del decreto legislativo, due diversi sondaggi hanno evidenziato la posizione anti-nuclearista della maggior parte degli italiani.
Anche per questo, la pausa di riflessione decisa dall’Esecutivo viene sbandierata come un importante risultato. In passato qualche parlamentare si era lamentato per l’assenza del governo durante il dibattito? Stavolta in commissione si presentano entrambi i responsabili dello Sviluppo economico. Il ministro Paolo Romani e il sottosegretario Stefano Saglia, che prima della riunione della commissione Industria ironizza: «Il parlamento ci ha chiesto chiarezza su questo tema, e allora veniamo tutti e due. Anzi, se serve portiamo pure le mogli».
Sul ritorno all’atomo scende il sipario, per ora. Uno «stratagemma» per evitare brutte figure al referendum di giugno, tuona l’opposizione. In realtà si tratta di uno stop necessario anche per evitare il rischio di un nuovo intoppo parlamentare. Dalla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, infatti, oggi non è arrivato l’atteso parere positivo al decreto. La votazione sul documento presentato dal relatore è finita in parità, 9 a 9. Con conseguente bocciatura.
La parola passa agli italiani, che tra pochi mesi torneranno alle urne per decidere il futuro dell’energia nucleare. «A quel punto – ha chiarito Romani – mi aspetto che non si decida sull’onda dell’emotività, come l’altra volta, ma sulla base delle certezze che il governo deve dare».
La presa di posizione dell’Esecutivo italiano, intanto, non è isolata. Dall’altra parte dell’oceano, il governo americano ha deciso di sospendere la costruzione di due nuovi impianti nucleari in Texas. Una scelta necessaria per rafforzare le misure di sicurezza delle centrali. Intervento deciso dopo la scoperta della presenza, tra i consulenti per la realizzazione degli impianti, della Tepco: la compagnia giapponese che gestiva la centrale di Fukushima.