Gavino Sanna: a sinistra solo de Magistris sa comunicare

Gavino Sanna: a sinistra solo de Magistris sa comunicare

«C’è una vecchia frase di Longanesi: “Chi suona la tromba mi porta con sé”. Oggi in Italia quella tromba la sta suonando de Magistris». Il guru della pubblicità Gavino Sanna, che oggi ama definirsi «pensionato e vignaiolo», analizza per Linkiesta la comunicazione politica del sindaco di Napoli, il nuovo idolo della gente, «l’unico», dice, «che a sinistra ci sappia fare».

E pur sottolineando tutte le differenze del caso, «perché il Berlusconi del 1994 rimane su un altro pianeta, e anche perché oggi in Italia c’è una disperazione che allora non c’era», si presta ad azzardare il più improvvido tra i paragoni: «Quando Berlusconi è sceso in campo, in Italia si è scatenata una sorta di pezzentismo. Per la piccola gente, per gli italiani con le pezze al culo che, come diceva Flaiano, volano sempre in soccorso del vincitore, l’idea di avvicinarsi a Berlusconi, di poterci parlare, di poterlo addirittura toccare, era una grandissima consolazione. Era l’uomo della Provvidenza: toccandolo, la gente sperava che le restasse appiccicato addosso un pezzettino di quel suo essere imperituro. Ecco: gli uomini che una volta andavano a toccare Berlusconi sono gli stessi che oggi vanno a saltare con de Magistris». Insomma, «il confronto con Berlusconi non esiste, anche perché è cambiato un pezzo dell’Italia. La gente però non è cambiata. Così, in uno stile diverso, e con diverso clamore, in un certo senso la situazione si ripete».

Per Sanna, però, «più che un Berlusconi, de Magistris è il Bossi del Sud. Suonano entrambi lo stesso strumento – spiega – avendo capito a perfezione i bisogni della propria gente. Il loro talento, la loro furbizia, sta proprio nell’assecondarne i desideri. Entrambi parlano alla pancia del loro Paese. Da un lato Bossi, con il suo linguaggio basso e spesso truce; dall’altro de Magistris, con quei modi popolari che fanno tanta presa. De Magistris che si mette alla guida del camion dell’immondizia e al Gay Pride balla in maniche di camicia cantando i Village People è come Bossi che a Pontida infiamma il popolo leghista contro “Roma ladrona” e reclama i ministeri al nord».

In più, a differenza del leader del Carroccio, il sindaco di Napoli è anche un giovane. «Che conosce il valore di Internet e ha individuato nella Rete il mezzo per parlare alla sua gente». Un po’ come allora Berlusconi con la tv? «Non esageriamo. Però nel fare le conferenze stampa con le domande, all’americana, de Magistris mostra stile e intelligenza. È l’unico che a sinistra abbia capito l’importanza di parlare alla gente. Gente, quella di Napoli, che soffre per davvero, e per questo esasperata e chiassosa, più ancora del popolo padano. Gente la cui fortuna sta propriamente nella propria sfortuna, e che quando si rompe le scatole fa quello che crede giusto che sia».

Tutti gli altri, a sinistra, per Sanna, non esistono. «Bersani? Per carità, non mi faccia diventare volgare. Sono elementi di ultimissimo piano. Una volta la politica era visione, comportamento, talento. Oggi il Parlamento è pieno di monnezza, proprio come a Napoli. A sinistra come a destra sono come scarafaggi in una scatola trasparente che corrono da tutte le parti, senza sapere dove. Scarafaggi ubbidienti». Sanna si diverte a ritrarli nella sua rubrica “La Via Trucis” sul settimanale non profit Vita. «Ne ho fatta una su Pisapia. La didascalia sotto la vignetta recitava, “Buon esangue non mente”. Quella su La Russa, “Non c’è pace fra le ogive”».

Ma per quanto riguarda Berlusconi, Sanna non ha dubbi: «Lui il camion dell’immondizia l’avrebbe guidato con l’ultimo taglio d’abito di Caraceni. E al Gay Pride non avrebbe ballato e cantato in maniche di camicia, ma sarebbe andato elegantissimo e super-profumato, avrebbe raccontato la solita bugia e sarebbe tornato a casa applaudito». Per Sanna, però, «sarebbe troppo facile e anche un po’ scortese giudicare la comunicazione di Berlusconi oggi, perché questo Berlusconi è lontanissimo da quello della discesa in campo. È un uomo indebolito, che continua a crearsi stampelle per stare in piedi con uomini di poco conto. Uno che non ha mai pensato a coltivarsi un delfino, e neanche un nasello. Perché lui è l’uomo per sempre, onnipotente. Ed è presuntuoso anche solo pensare che possa cedere la leadership a qualcuno».

Perciò Tremonti, Alfano «e tutta quella sorta di birilli che girano attorno al premier sono persone del coro, mai tenori. La destra rimarrà così, senza un futuro diverso, fintantoché ci sarà Berlusconi». Poi conclude, non senza amarezza: «Una storia con una fine tragica la sua. Peccato. Avrebbe potuto finire con una gloria diversa. Adesso però, che pianga del suo male».

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