Guarda le foto dell’area prima degli scontri
15.49 L’Unione europea ribadisce l’avvertimento all’Italia di rispettare la scadenza del 30 giugno per l’avvio dei lavori dell’Alta velocità sulla Torino Lione, altrimenti sono a rischio i fondi. In una lettera inviata la scorsa settimana ai ministri competenti di Italia e Francia, ricorda all’ADNKRONOS la portavoce del commissario ai Trasporti, Helen Kearns, nel giorno degli scontri in Val di Susa tra la polizia e i manifestanti no Tav, Siim Kallas ha confermato che «se non sarà rispettata la scadenza di fine giugno c’è un chiaro rischio che una parte sostanziale dei finanziamenti concordati con l’Ue venga persa». Nella stessa lettera il commissario europeo ai Trasporti ricorda che l’esecutivo di Bruxelles «resta pienamente impegnato a questo importante progetto infrastrutturale». «È tempo che Francia e Italia -avverte Kallas- intraprendano i passi concordati e lungamente attesi a dimostrazione del loro impegno per questo progetto di rilevanza europea».
15.31 «In realtà questo scontro è su un simbolo, non su un atto reale» lo ha detto, a margine dell’incontro con i parlamentari piemontesi organizzato da Confindustria, il presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione, Mario Virano, parlando delle tensioni in corso in Val Susa per l’installazione del cantiere alla Maddalena di Chiomonte. «Questa è un’opera minore – ha spiegato Virano riferendosi al tunnel geognostico della Maddalena – che precede di due anni e mezzo il vero inizio della Torino-Lione, è un’opera secondaria, identica alle tre che sono già state realizzate in Francia: non ce la si prende con la galleria della Maddalena per quello che è – precisa – ma per quello che rappresenta». Secondo Virano «ci sarà un momento in cui la ragionevolezza prevarrà e si comincerà a valutare ciò che è per quello che realmente è. Poi può darsi che sia clamorosamente smentito ma io scommetto su questo: quando si comincerà a vedere che non è vero che si distruggono i vigneti, che non è vero che si creano dei problemi, che il materiale di scavo rimane lì sul posto e che, anzi, si rimette a posto un’area che era già compromessa dalla precedente realizzazione autostradale, la gente capirà, si capirà che non c’è necessità di scegliere tra sviluppo e distruzione dell’ambiente. Infatti non è un caso – conclude – che il sindaco, gli amministratori, chi conosce meglio quel territorio abbia una posizione dialogante».
15.16 È di un’ottantina, fra feriti lievi e contusi, il bilancio – secondo il 118 – ancora provvisorio, degli incidenti alla Maddalena di Chiomonte (Torino) per lo sgombero del presidio No Tav. Una trentina sono i feriti e i contusi tra le forze dell’ordine; altrettanti tra i No Tav, portati all’ospedale di Susa. Altre venti persone, tra forze dell’ordine e manifestanti, sono state medicate sul posto.
14.18 da Ansa.it Scontri trasmessi in tempo reale sulla Rete, appelli a raggiungere la Val Susa, informazioni pratiche su come muoversi per evitare i blocchi delle forze dell’ordine, accuse a poliziotti e carabinieri che ”lanciano lacrimogeni nel piazzale in mezzo alla gente ad altezza uomo per prendersi il presidio”, solidarieta’ da movimenti e organizzazioni francesi, greche e spagnole. Grazie a Twitter e Youtube, Facebook e i blog, la battaglia dei No Tav contro l’apertura del cantiere per la realizzazione della Torino-Lione sta facendo il giro del mondo. E secondo i manifestanti un successo lo ha gia’ ottenuto: ”La Tav – e’ uno dei ‘cinguettii’ su Twitter – sara’ il Vietnam dei vecchi media e dei partiti politici morti”.
Fin dalle prime ore della mattina, sul sito ufficiale dei No Tav – raggiungibile anche tramite il link presente su decine di siti antagonisti italiani e stranieri – e’ andata in onda la cronaca degli scontri in diretta. Il primo messaggio e’ delle 4.50: ”le forze dell’ordine sono asserragliate dentro alla galleria, altri mezzi (idranti?) stanno salendo da Susa” mentre alle 12.30 e’ apparsa la convocazione per il ”presidio organizzato alle 15:30 davanti alla sede del Pd a Torino in via S.Francesco d’Assisi”. Perche’ il Pd? ”e’ uno degli organizzatori – dicono in diretta su Radio Blackout, la storica emittente degli antagonisti torinesi che sta trasmettendo in diretta tutta la protesta dei No Tav – della mattanza di questa mattina”.
Sul sito c’e’ poi un appello importantissimo rivolto ai contestatori che ancora non hanno raggiunto la Valle: ritrovarsi tutti quanti a Bussoleno. Su radio Blackout si fa anche un primo bilancio degli scontri: ”30 manifestanti feriti e privi di cure grazie al blocco delle forze dell’ordine. La gente viene allontanata con abuso di lacrimogeni, vengono gasati allo sfinimento i manifestanti dalle forze dello pseudo-ordine’. Con i manifestanti si schiera – e non da oggi – Beppe Grillo, che apre il suo blog con un video dedicato proprio alla Tav. ”Mi hanno comunicato che hanno sfondato – dice il comico genovese – Questa e’ una truffa contro l’Italia, non sono quattro valligiani contro il progresso, qui c’e’ una truffa che parte da progetti sbagliati, da proiezioni false. E’ una presa per il c… da 17 miliardi, e’ una speculazione mostruosa, il corridoio 5, sono tutte fandonie””. Grillo difende le migliaia di persone che stanno manifestando – ”sono donne, anziani, padri di famiglia, sindaci, persone per bene” – e si scaglia contro ”i professori”, contro ”i Montezemolo”: ”Dove sono?, perche’ non dite niente? Dove e’ la gente che sa? Ve lo rinfacceremo tutta la vita. Ve ne pentirete di quest’azione qua, ve ne pentirete”.
Passano le ore e prosegue la diretta della protesta. ”No Tav e Chiomonte arrivano sulla Bbc” scrive ‘Infofreeflow’ in un messaggio Twitter aggiungendo anche una notizia ”da confermare: occupato il municipio di Chiomonte da parte dei manifestanti”. ‘Leleprox’, sempre tramite i messaggi di 140 caratteri, chiede invece rinforzi: ”Sos. Valsusa chiama Italia”. Un appello che si rinnova anche su diversi siti, mentre da Torino a Reggio Calabria sono decine i presidi di solidarieta’ con i manifestanti che si stanno organizzando per la giornata. E decine sono i video apparsi sulla rete: su Youtube e Youreporter si vedono gli scontri, la fuga nel bosco dei manifestanti, gli idranti e le ruspe in azione.
”Lezioni pratiche di nuovo ordine mondiale applicato” e’ il commento di ‘Portierino’ ad uno di questi. Con ‘Fairewol’ che risponde: ”noto con enorme rammarico che siamo arrivati alla dittatura”. In uno dei video si vedono decine di giovani su una stradina nei boschi, mentre in lontananza si sentono dei rumori. ”I presidianti sono in fuga nei boschi della Maddalena in seguito ad un attacco mostruoso di lacrimogeni – dice l’autore – Lacrimogeni ovunque, nebbia, impossibile resistere oltre”. La cronaca prosegue su Facebook, dove sono centinaia i messaggi di solidarieta’ ai ”nuovi partigiani della Val Susa”: ”dal blocco di Sant’Ambrogio” chiedono di ”accorrere numerosi” per presidiare la valle, mentre qualcun altro informa che ”Turi il pacifista tirato giu’, e’ stato picchiato e portato via in ambulanza”.
13.18 da Ansa.it Un blitz scattato all’alba, con centinaia di uomini e mezzi di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Forestale, ha smantellato il presidio che i militanti No-Tav avevano realizzato nei boschi della Maddalena di Chiomonte (Torino), per impedire l’avvio dei lavori. Negli scontri ci sono stati oltre trenta feriti, ma nessuno in modo grave.
”Abbiamo perso un round, non la guerra”, ha commentato il leader dei No-Tav, Alberto Perino. Il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, ha ribadito: ”lo Stato non puo’ assolutamente arrendersi di fronte a dei protestatari”. ”La Val di Susa – ha sottolineato il Presidente del Piemonte, Roberto Cota – e’ diversa dai facinorosi e non puo’ essere confusa con loro”.
Il blitz e’ scattato da piu’ punti, all’alba, subito dopo la chiusura al traffico dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia: le ruspe, scortate da decine di agenti, hanno abbattuto le barricate che i militanti avevano costruito per bloccare i punti di accesso alla Maddalena, in particolare alla Centrale Elettrica e all’altezza della galleria Ramats.
C’e’ stato un fitto lancio di pietre, rami, tronchi di alberi e altri oggetti contro le pale meccaniche e gli agenti, che hanno lanciato decine di lacrimogeni. A quel punto i manifestanti sono fuggiti nei boschi, hanno devastato alcune vigne, si sono sistemati nella zona di un’area archeologica per poter continuare a lanciare pietre e altri oggetti da una posizione piu’ favorevole, hanno dato fuoco a balle di paglia e cosparso la strada di chiodi a quattro punte e liquido oleoso.
12.40 Ferma condanna del Movimento Cinque Stelle di Palazzo Lascaris per i fatti accaduti questa mattina al presidio No Tav della Maddalena, a Chiomonte, in Val di Susa. «Solamente poche ore prima, migliaia di cittadini, in maniera assolutamente pacifica, avevano sfilato per ribadire il loro ‘nò ad un’opera assurda, illogica e costosa – commentano i consiglieri Davide Bono e Fabrizio Biolè – mentre il lancio di lacrimogeni, l’uso coatto di ruspe per la rimozione, è un altro, palese, segno di mancanza di democrazia: non può essere la volontà di questa classe politica a decidere le sorti di migliaia di cittadini che, da oltre vent’anni, avevano chiaramente espresso il loro »no«, in maniera forte e decisa, verso il Tav» «Di certo non finirà oggi la nostra battaglia, pacifica, a difesa del territorio della Val Susa e della sua popolazione – concludono – già a partire da oggi pomeriggio inizierà una nuova Resistenza: il Tav non si farà, senza se e senza ma».
12.38 Ansa.it TORINO – E’ stata consegnata dalle autorita’ di Polizia alla ditta interessata l’area nei pressi della Maddalena di Chiomonte sulla quale deve essere realizzato il primo cantiere della Tav. Lo si apprende da fonti della Questura di Torino.
Le forze dell’ordine hanno forzato in prima mattinata lo sbarramento dei manifestanti lanciando i lacrimogeni e sono arrivati sul piazzale della Maddalena di Chiomonte. I manifestanti nel frattempo si sono rifugiati nei boschi e di tanto in tanto esplodono grossi petardi.
Venticinque agenti delle forze dell’ordine sono rimasti feriti: cinque agenti sono stati portati in ospedale in ambulanza; venti sono stati medicati sul posto. Feriti in modo non grave anche quattro manifestanti che si sono fatti medicare nel centro di primo soccorso allestito nel presidio della Maddalena. Molto più’ numerose – e non sono stati conteggiati dagli operatori – sono state le persone che hanno avuto bisogno di assistenza per essere state intossicate dal fumo dei lacrimogeni che sono stati lanciati verso il campo.
Al momento dello sfondamento, i manifestanti hanno tentato di bloccare le forze dell’ordine segando un grande albero di pino, ma la persona che stava tentando di tagliare l’albero e’ stata allontanata e non e’ riuscita a completare l’operazione. Dopo il lancio dei lacrimogeni, i manifestanti che in quel momento si trovavano vicino alla barricata (due o trecento persone), si sono subito allontanati dalla strada correndo verso la parte alta dei pendii e disperdendosi nei boschi.
Nel lancio di pietre e altri oggetti contro le Forze dell’ordine – si e’ saputo dalla Questura di Torino – sono stati anche danneggiati automezzi delle Forze dell’ordine e quelli utilizzati per rimuovere gli ostacoli sui percorsi che conducono alla Maddalena. Contro le Forze dell’ordine – ha riferito la Questura – sono state lanciate bombe carta, rami e tronchi d’ albero. I manifestanti – sempre secondo quanto riferito da fonti della Questura – hanno sradicato alcune vigne e hanno danneggiato un’area archeologica che si trova in una posizione considerata favorevole per il lancio di oggetti. Alla svincolo di Giaglione, inoltre, le Forze dell’ordine hanno trovato un contenitore di chiodi a quattro punte che non erano ancora stati sparsi sul terreno.
12.08 Secondo radio Black out ci sarebbe un presidio per bloccare anche l’autostrada A32 all’altezza di Bussoleno. Le forze dell’ordine non sono ancora arrivate sul posto.
11.41 Un presidio alla stazione di Bussoleno (Torino), per cercare di bloccare il passaggio del Tgv. Lo stanno convocando, attraverso internet e radio Black Out, per le ore 12 i manifestanti che da questa mattina si oppongono all’installazione del cantiere della Torino-Lione alla maddalena di Chiomonte. Intanto a quanto si apprende le donne di Chiomonte avrebbero occupato il municipio in segno di solidarietà con i No Tav.
VAL DI SUSA – 11.28 Da Ramat i no tav marceranno verso Chiomonte, dove il Comune è occupato. Sulla strada dell’Avanà diverse automobili parcheggiate sarebbero state danneggiate dalle ruspe durante le fasi più concitate dell’operazione.
11.15 La polizia ha consegnato l’area sgomberata alla ditta che inizierà i lavori per il primo cantiere della Tav. Fonte: Questura di Torino.
10.58 Dopo aver risalito la montagna qualche centinaio di manifestanti in fuga ha raggiunto il borgo di Ramat. La gente del posto ha dato soccorso ai feriti e acqua. Intanto si diffonde la notizia dell’occupazione del municipio di Chiomonte da parte delle donne del paese.
10.31 Parla il leader dei no tav Alberto Perino: «Abbiamo perso un round, non la guerra. Oggi è andata come si pensava. Non abbiamo potuto resistere a un attacco delle forze dell’ordine che hanno sparato migliaia di lacrimogeni. Andiamo avanti». Intanto il punto di raccolta per riorganizzarsi è fissato a Bussoleno.
10.30 Confermato dal segretario nazionale e coordinatore piemontese della Fiom, Giorgio Airaudo, lo «sciopero spontaneo» in diverse fabbriche metalmeccaniche della Val di Susa. Ferme la Teknocar di Sant’Antonino, la Vertek di Condove, la Savio di Chiusa San Michele. Blocchi stradali sulla SS25, con qualche incidente tra manifestanti no tav e autisti di camion (ricordiamo che l’autostrada è chiusa e i collegamenti con la Francia sono bloccati).
10.25 Il bilancio aggiornato dei feriti: 27 tra le forze dell’ordine (dati Questura) di cui 25 poliziotti, un carabiniere e un finanziere. Cinque di loro sono stati trasferiti in ospedale a Torino. Quattro tra i no tav (nessuno grave). Molti invece gli intossicati dai gas lacrimogeni.
9.54 Ci sarebbero 25 agenti feriti negli scontri, di cui almeno 6 trasportati in ospedale. Anche i no tav segnalano due feriti.
9.40 Il grosso dei manifestanti si è ritirato verso l’alto della valle. Le comunicazioni sono difficili ma le forze dell’ordine dovrebbero aver preso il controllo dell’intera area, anche se potrebbero esserci sacche di resistenza da parte delle fasce più dure dei no tav. Si diffondono tra i manifestanti voci di blocchi stradali e scioperi spontanei in altre zone della Val di Susa, ma la notizia attende ancora conferme.
9.36 La strada dell’Avanà, riferisce la polizia, è cosparsa di chiodi a 4 punte, nonchè ricoperta di pece e olio per rendere scivoloso il terreno e difficile l’avanzata del convoglio. Intanto, a quanto riferiscono i manifestanti, sembra che alcune tende e la barricata centrale abbiano preso fuoco.
9.27 Ora le forze dell’ordine sparano lacrimogeni anche sui sentieri lungo i quali i manifestanti (tra loro diversi anziani del posto, oltre ai giovani venuti da fuori) cercano di fuggire. Il rimbombo degli spari è continuo.
9.18 Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Davide Bono, presente sul luogo, ha comunicato che per decisione del prefetto di Torino anche l’area del campeggio, su cui era stata pagata la concessione del suolo pubblico, «è stata dichiarata nella disponibilità delle forze dell’ordine e pertanto da sgomberare». «Ritengo – ha aggiunto Bono –poco corretta la procedura usata perchè l’ordinanza è stata letta quando già le forze dell’ordine erano schierate e quindi non è stato possibile avvertire prima la popolazione che aree a loro disposizione ora non lo sono più».
9.14 I manifestanti risalgono il crinale, lungo i sentieri nella zona archeologica, in direzionde della strada panoramica della Ramat. La nebbia causata dai lacrimogeni riduce la visibilità in tutta l’area a pochi metri, rendendo difficile il coordinamento. Restano a valle solo gli amministratori locali che devono cercare di entrare in contatto con le forze dell’ordine e che sostengono, con gli avvocati no tav, l’illegittimità dello sgombero della zona del campeggio, per il quale è stata pagata la concessione del suolo pubblico.
9.11 I manifestanti risalgono la valle, cercando rifugio nei boschi alla pioggia di lacrimogeni. I sindaci dalla parte della protesta ribadiscono i non voler lasciare la zona ma starebbero cercando contatti col prefetto per una mediazione che qualcuno già chiama resa.
9.00 I no tav sono ormai quasi tutti accerchiati nella zona del piazzale. Blindati e uomini di polizia e carabinieri salgono da tutti i lati. I manifestanti gridano «Basta!», ma continua un lancio fitto di lacrimogeni, alcuni ad altezza d’uomo.
8.52 Attacco durissimo. Con pioggia di lacrimogeni sui manifestanti del piazzale centrale che cercano di coprirsi con fazzoletti per difendere le vie respiratorie dal gas.
8.47 I carabinieri hanno sfondato le difese anche dalla zona della barricata Saigon e stanno risalendo lungo l’area archeologica. I manifestanti in rotta dalle zone di cui hanno perduto il controllo si stanno radunando nel piazzale centrale. Lì gli amministratori locali cercano di mettersi in contatto col prefetto, senza riuscire, al momento. E al megafono contestano l’Ordinanza di sgombero dell’intera zona.
8.41 I manifestanti chiudono i cancelli della zona del piazzale verso la strada dell’Avanà. Arrivano i blindati dei carabinieri dall’autostrada. In una galleria ci sono i poliziotti pronti a intervenire. Alla barricata Saigon distrutte le difese in cemento. Le ruspe aprono la strada a decine di blindati, spazzando via una dopo l’altra le difese di alberi lungo i vigneti. I manifestanti cercano di tagliare altri alberi, ma il lancio di lacrimogeni rende difficile l’operazione.
8.37 Contro una ruspa, vicino al tunnel autostradale, sono stati lanciati sassi, rompendo il parabrezza. La gran parte dei manifestanti ha però iniziato a intonare: «No pietre! No pietre!».
8.30 Lungo la strada centrale, dopo lo sfondamento sulla strada dell’Avanà salgono decine di blindati e centinaia di poliziotti. A rallentarne il percorso barricate formate da alberi abbattute. Dopo l’attacco su tre fronti la strategia sembra quella di accerchiamento dei no Tav.
Alle 8.25, dopo l’attacco vincente delle forze dell’ordine dal lato della strada dell’Avanà, dove la polizia è riuscita a penetrare, e quello finora respinto alla barricata Stalingrado, è iniziato l’assalto alla barricata Saigon (sempre sul lato autostrada).
Alle 8.05 la prima barricata (quella della centrale, sulla strada dell’Avanà) è stata sfondata dalla polizia.
Alle 7.45 è partito il primo attacco della polizia contro il piazzale del presidio anti Tav. Le forze dell’ordine, con una ruspa cercano di divelgere le difese in ferro e sassi della barricata Stalingrado e sparano acqua con gli idranti. I manifestanti rispondono sparando spray con gli estintori e vernice contro il parabrezza del ruspista. Tensione alle stelle. Ci sono cariche anche alla barricata della centrale, dal lato della strada dell’Avanà, con fitto lancio di lacrimogeni.
L’allarme era scattato, con i fuochi d’artificio, a pochi minuti dalle cinque del mattino. Fin dalle tre si susseguivano notizie di spostamenti ingenti di truppe (oltre duemila uomini tra polizia, carabinieri e guardia di Finanza) da Bardonecchia e da Torino.
Le forze dell’ordine stanno attaccando la cosiddetta Libera repubblica della Maddalena da tre fronti: dalla strada dell’Avanà, da Giaglione e dell’autostrada. Non si è ancora capita bene la strategia usata per cercare di espugnare la zona che dovrà diventare entro il 30 giugno il primo cantiere della Tav e che è difesa da qualche migliaio di persone che, dopo l’allarme si sono alzate dai giacigli di fortuna e divisi tra i vari fronti. È arrivata anche una ruspa con grossa pinza meccanica che a lungo ha fatto solo movimenti, senza attaccare direttamente le barricate di sassi e ferro. Il pacifista Turi Vaccaro (da mesi in sciopero della parola) è sceso da solo sull’autostrada, opponendosi col corpo alla ruspa, ed è stato fermato. Insieme ai manifestanti e al leader del movimento No Tav Alberto Perino sono rimasti al presidio alcuni amministratori, medici ed avvocati, il politico Paolo Ferrero e intellettuali come Marco Revelli e Ugo Mattei.
Un elicottero sorvola continuamente la zona facendo da ponte tra i reparti della polizia, ma il grosso degli uomini a lungo non è stato visibile, restando nascosto nelle varie gallerie dell’autostrada in attesa di ordini.