In uno strano gioco di specchi in Europa, dove tutti guardano alle misure di contenimento della spesa e manovre finanziare degli altri paesi, oggi su Libération trova spazio un’analisi su come i giornali italiani hanno valutato le modifiche del governo italiano uscite dall’incontro di Arcore. Il titolo è «Roma modifica il suo piano di rigore e abbandona la tassa sui redditi alti». Il riferimento è alla cancellazione del “contributo di solidarietà” prima deciso con un decreto e ora cancellato dall’accordo fra Berlusconi, Bossi, Tremonti e il resto della maggioranza che si è ritrovato attorno a un tavolo ieri. Ma oggi sono stati presentati anche i provvedimenti di manovra previsti in Francia, per un totale di 12 miliardi di euro.
Se larga parte della previsione del nuovo gettito della manovra italiana è legato al recupero dell’evasione, che secondo Confindustria vale 120 miliardi di euro, di diversa impostazione sono i provvedimenti allo studio sul versante francese. Il Nouvel Observateur aveva pubblicato un appello in cui sedici nomi importanti dell’economia francese, da Spinetta, ad di Air France-Klm, all’amministratore delegato di Société générale, da quello di Psa Peugeot Citroën alla guida di L’Oreal si dichiaravano disponibili a versare un «contributo eccezionale» allo Stato. L’aumento delle imposte, secondo i promotori dell’appello, dovrebbe riguardare i trentamila francesi che hanno un reddito dichiarato di oltre un milione di euro l’anno.
Attualmente la tassazione per i redditi più alti arriva al 41% mentre l’opposizione socialista vorrebbe che arrivasse fino al 46%. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha incluso nella sua manovra una tassa temporanea del 3% sul reddito tassabile per coloro che guadagnano più di mezzo milione di euro. Un’iniziativa che però ha incontrato critiche da sinistra, sindacati inclusi. Uno dei sei candidati alle primarie del partito socialista François Hollande ha riassunto così i cinque anni di presidenza Sarkozy: «Si può dire che i ricchi sono più ricchi e i poveri più poveri». Oggi è stato anche reso noto uno studio Insee sulla povertà nel 2009. In Francia, il 13,5% della popolazione vive con meno di 954 euro al mese.
A “promuovere”, con delle riserve, la manovra del duo Sarkozy-Fillon ci ha pensato l’agenzia di rating Fitch. Il piano di austerità è stato giudicato compatibile con il rating da tripla A che può vantare Parigi, anche se le elezioni presidenziali del 2012 potrebbero pregiudicare parzialmente il pareggio di bilancio, considerando anche le stime di crescita molto ottimistiche fornite dall’Eliseo. L’obiettivo è stato messo nel mirino grazie a misure di risparmio ed entrate fiscali per 12 miliardi di euro nel biennio 2011-2012.
Le misure previste dal governo, oltre alla tassa del 3% per i redditi da lavoro e capitale superiori al mezzo milione di euro l’anno, saranno accompagnate da un incremento del 12,3% delle imposte sui salari e del 13,5% per i redditi da capitale, oltre a una revisione del calcolo previdenziale sugli straordinari, il tutto accompagnato anche da una revisione della tassazione sulle rendite immobiliari. Aumenteranno del 6% le accise sul tabacco (così come per l’alcol) e verrà creata una tassa ad hoc per le bevande zuccherate, da cui si prevedono entrate per 120 milioni. E a venire colpite saranno anche quelle esenzioni che – a detta del governo – si sono rivelate «meno efficaci». Su Le Monde, l’economista Henry Sterdyniak, responsabile dell’economia globale dell’Ofce, ha giudicato il sistema fiscale francese «complicato, ingiusto e incomprensibile». Sulla manovra, il giudizio è duro: «Quando un governo cerca di rassicurare i mercati attraverso la riduzione del deficit pubblico, i mercati sono preoccupati perché questa politica riduce la crescita».
Oltre alla manovra, è arrivata la doccia fredda del taglio delle previsioni sulla crescita. Dopo che l’ultimo trimestre l’economia francese ha fatto segnare uno stallo con il Pil invariato, le previsioni per il 2011 si sono fermate ad una crescita dell’1,75% contro il 2% previsto. Allo stesso modo sono state riviste al ribasso le stime 2012: la crescita del Pil, per il governo francese, sarà del 1,75% e non più del 2,25% come si era valutato in precedenza. Tutti problemi che andranno affrontati nell’anno delle presidenziali. Una sfida che vede Sarkozy in difficoltà, quale che sarà il suo sfidante del Partito Socialista, fra François Hollande e Martine Aubry. Senza contare la presente assenza di Dominique Strauss-Kahn, ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, ed ex più che probabile candidato (e vincitore) delle elezioni presidenziali.