Otto detenuti nell’ultima settimana, cinque solo la notte scorsa, tra cui anche un giornalista, e una ventina di feriti, tra cui sette poliziotti. È questo il bilancio dei primi scontri a Madrid. Dopo quasi quattro mesi dalla nascita pacifica del movimento degli Indignados il 15 maggio, infatti, nella tarda serata di ieri è esplosa la tensione tra le forze dell’ordine che martedì hanno sgomberato il presidio del punto zero di Madrid e i manifestanti, che per rappresaglia da quel momento hanno immobilizzato la capitale spagnola con flash mob e mini manifestazioni. L’ultima alle 23.30 di ieri davanti alla sede del Ministero degli Interni dove sono avvenuti gli scontri.
Riunitisi per la prima volta in conferenza stampa questa mattina, gli Indignados annunciano una denuncia contro il Ministero degli Interni e rivendicano il diritto a manifestare. Questa sera l’appuntamento è alla stazione di Atocha alle 20:30 e l’obiettivo della manifestazione – che replica quella della settimana scorsa – è dimostrare che la lotta contro il sistema e per una cittadinanza attiva non è finita neanche con lo sgombero forzato del presidio di Puerta del Sol. Prima delle cariche di ieri sera, quello degli ultimi giorni a Madrid tra manifestanti e polizia era sembrato il gioco del gatto e del topo, in una capitale mai così piena di forze dell’ordine che vigilavano gli ingressi al centro cittadino con i presidi e Indignados che sottolineavano il diritto a manifestare la loro indignazione nelle maniere più disparate.
Ma la vera lotta sembra essere da un’altra parte: il 16 agosto a Madrid arriverà Papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della gioventù che culminerà il 21 con la grande manifestazione della gioventù cattolica, che secondo le stime degli organizzatori costerà allo Stato spagnolo 50 milioni di euro.
«Il Governo ha garantito giovedì scorso il pacifico svolgimento della giornata cattolica, con 10.000 poliziotti incaricati di evitare incidente tra i pellegrini della Giornata mondiale della gioventù e gli indignados», ha assicurato la delegata del governo a Madrid Dolres Carrión. «Potete stare certi che non ci sarà nessuna interferenza tra quel che resta di Sol (in riferimento agli indignados del 15-M accampati a Puerta del Sol), nè con altri tipi di concentrazioni, diritto di manifestazione, accampamenti o come vogliano chiamarli». Ancora più radicale era stata la presidentessa della Comunità di Madrid, Esperanza Aguirre, che ha chiesto alla delegazione del Governo di proibire qualsiasi manifestazione anti Papa.
Questo spiegherebbe l’improvviso sgombero del presidio di Puerta del Sol, perenne punto di riferimento degli Indignados nonché punto di incontro per qualsiasi tipo di manifestazione, eventualmente anche anti Papa. Dal canto loro, però, nonostante gli annunci preventivi, sia l’amministrazione di Madrid che la delegazione del Governo negano qualsiasi legame tra le due cose, così come gli Indignados negano di avere in programma un assalto ai pellegrini, sottolineando comunque la volontà di difendere il proprio diritto a qualsiasi tipo di manifestazione.
Non solo il Papa, anche la campagna elettorale. Se dal canto suo il candidato premier del Partito Socialista, Alfredo Perez Rubalcaba, che fino a due settimane da fa ministro degli Interni aveva chiesto il massimo rispetto per i manifestanti, oggi comincia a cercare un equilibrio fra consenso e Indignados twittando che «200 persone non possono mettere a ferro e fuoco la città», dal canto loro dal Partito Popolare – di cui fanno parte sia il sindaco di Madrid che la presidentessa della comunità madrilegna – non possono continuare a chiudere un occhio sui fatti del 15-M a lungo, soprattutto in campagna elettorale.
Il clima è cambiato. Ma, in una Madrid ad alta tensione, presidiata dalla polizia ad ogni ingresso in centro e guardata dall’alto da un elicottero che giorno e notte sorvola sulla città e il cui rumore molesto è diventato già famoso su Twitter, gli Indignados non si arrendono. Anzi, tra la manifestazione indetta per le 20:00 di stasera e la prima conferenza stampa in cui annunciano la denuncia all’indirizzo della delegazione del Governo, si riuniscono in assemblea per divulgare le norme di sopravvivenza in caso di cariche della polizia.