Lettera aperta a Governo e Parlamento sulla manovra

Lettera aperta a Governo e Parlamento sulla manovra

La manovra in discussione in questi giorni è un provvedimento segnato da un forte carattere di iniquità e da un potenziale recessivo, e appare del tutto insufficiente ad avviare a soluzione i problemi strutturali del Paese. In Italia si tassa troppo il lavoro e poco la rendita, in tutte le sue forme. Per tornare a crescere bisogna invertire completamente questa tendenza che è illiberale e va contro chi produce ricchezza.

Molte proposte sarebbero da fare, specie sull’abbassamento dei costi dello Stato e sulla necessità di accelerare la realizzazione delle infrastrutture che possano favorire lo sviluppo economico del Paese (pensiamo solo, come esempio, al tema della banda larga e del wi-fi), ma riteniamo che in questo momento poche modifiche chiare si impongano da subito e senza indugi a questa manovra sul lato delle entrate fiscali.

La manovra presenta senz’altro alcuni spunti positivi, a partire dalla tassazione al 20% delle rendite e dai provvedimenti per una maggiore flessibilità del lavoro che possono rivelarsi utili alla crescita e a una maggiore equità, purché accompagnati da adeguate rimodulazioni del welfare che supportino in particolare le generazioni più giovani.
Riteniamo, invece, sbagliato e ingiusto il «contributo di solidarietà» (leggasi un aumento della tassazione) che deve essere tolto dalla manovra senza indugi, perché grava su una fascia di persone che già pagano molto, non solo nel confronto con altri Paesi industrializzati, ma anche rispetto alla qualità dei servizi, delle prestazioni e agli investimenti effettuati dallo Stato.

Qualora le forze più responsabili non riescano in Parlamento a modificare questo ulteriore innalzamento della tassazione sul lavoro, invitiamo deputati e senatori a prendere quantomeno in esame l’esperienza inglese, inserendo per i redditi alti (per esempio, in Italia, con imponibile oltre i 300.000 euro annui) la possibilità di annullare gli aggravi di imposta previsti dalla manovra a fronte di investimenti nella creazione di nuove società o in fondi che investono nella creazione di nuove società (il cosiddetto venture capital). Bisogna tornare a mettere al centro dell’azione l’impresa e la crescita delle imprese e non la rendita.

Riteniamo, inoltre, che si debbano prendere in considerazione i seguenti punti per offrire davvero un segnale significativo di serietà fiscale, tanto ai cittadini quanto ai mercati:

  1. Intensificazione della lotta all’evasione fiscale “micro”, che in termini aggregati rappresenta un fenomeno particolarmente esteso, attraverso il ripristino delle misure sulla tracciabilità degli assegni, un’ulteriore riduzione a mille euro delle transazioni in contante e l’introduzione dell’obbligo della moneta elettronica per le transazioni superiori a 300 euro, utilizzando eventualmente Poste Italiane e/o Banco Posta per dotare gratuitamente le persone più anziane e/o deboli di carte elettroniche di pagamento.
  2. Innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni per tutti, uomini e donne, essendo questo uno dei pochi provvedimenti di risanamento strutturale della finanza pubblica.
  3. Reintroduzione dell’Ici, con una forte deduzione sulle prime case non di pregio. L’Ici rappresenta, infatti, una tassa necessaria ai Comuni per svolgere servizi fondamentali ai Cittadini, pienamente coerente con l’indirizzo “federalista” e particolarmente efficace nella riscossione poiché legata alle “cose”. Perché abolirla?
  4. Innalzamento dell’Iva di un punto percentuale, vincolando il gettito aggiuntivo all’abbattimento del debito pubblico. In Germania questa misura è già stata adottata senza alcuna conseguenza sull’inflazione né sui consumi.

Se siete d’accordo con questa lettera lasciate la Vostra firma per adesione e la Vostra mail nei commenti (Sarete ricontattati via mail prima dell’approvazione del commento).
Distinti saluti.

I firmatari Carlo Accornero, Giorgio Ambrogioni, Livia Amidani Aliberti, Anna Maria Artoni, Luciano Balbo, Alessandro Balp, Sylvia Bartyan, Orlando Barucci, Riccardo Battaglia, Piero Bendoni, Paolo Bertolino, Cosimo Bisiach, Fausto Boni, Giovanni Bovio, Salvatore Bragantini, Cesare Buzzi-Ferraris, Pia Maria Calabresi, Davide Canavesio, Amedeo Carassai, Cosimo Cardone, Valentina Carella, Gabrio Casati (nome collettivo degli autori del libro Luigini contro Contadini – il lato oscuro della Questione Settentrionale), Mario D’Urso, Rodolfo De Benedetti, Marco Farina, Pietro Fioruzzi, Fulvio Fornaro, Alessandro Fracassi, Andrea Francesconi, Marcello Giustiniani, Alessia Glaviano, Roberta Guaineri, Andrea Guerra, Federico Lalatta Costerbosa, Stefano Landi, Maurizio Lauri, Giovanni Lombardi, Maura Magioncalda, Massimo Malvestio, Francesco Manna, Riccardo Martinelli, Lorenzo Mauri, Maurizio Mauri, Vincenzo Melluso, Oronzo Gaetano Milone, Luca Moroni, Pietro Musolesi, Alberto Musy, Alberto Nanni, Gabriella Pagliani, Auro Palomba, Alessandro Pasquarelli, Chiara Passalenti, Francesco Perilli, Marco Pescarmona, Bruno Prevedello, Ugo Runci, Marco Samaja, Ottaviano Sanseverino, Giuseppe Scassellati, Corrado Sciolla, Alfredo Scotti, Massimiliano Sforzini, Jacopo Silva, Daniele Sottile, Maria Cristina Storchi, Filippo Szego, Andrea Tavecchio, Chicco Testa, Alberto Toffoletto, Pier Giuseppe Torrani, Stefano Venier, Guido Roberto Vitale, Nicola Vitale, Cristiana Vanda Zavoianu, Izabella Zwack

ENGLISH VERSION

Open letter to the Italian government and parliament

Dozens of managers, entrepreneurs and professionals have written an open letter to the Italian government and Parliament because they believe that the proposed budget cuts «fall short of solving the country’s problems». In order to relaunch Italy’s economic growth they have put forward four points: a reduction of Italy’s widespread tax evasion by reducing the use of cash, the reintroduction of a propriety tax, a raise in the pension age at 65 years and a raise of VAT.

The budget measures that are currently being discussed in Parliament are unfair and potentially recessionary. In addition they appear wholly insufficient to start resolving the country’s structural problems. Taxation in Italy is too heavy on earned income and too low on rent, in all its forms. This approach is illiberal and an obstacle to wealth production; it must be overturned in order for the country to resume its growth path.

Many proposals could be made, especially on State expenditures’ cuts and on the need to speed up the infrastructure building process that could boost the economic growth of our country (for example, investments in broadband internet and wifi access), but we believe that in this moment a few clear changes to the budget’s fiscal revenues are needed without delay.

The budget cuts do have some positive aspects, including an increase to 20% of the taxation on financial income and measures for a more flexible work market; these may support economic growth and enhanced fairness, if they will be accompanied by adequate reforms of the welfare system designed in particular to help younger generations.
On the contrary we think that the so called “solidarity tax” (i.e. a raise in taxation) must be eliminated from the budget, because it penalizes heavily those who already pay a lot, not merely by comparison with other industrialized countries, but also considering the quality of public services and investments.

If the more responsible forces in Parliament will not be capable to avoid this further tax increase, we invite MPs to take into consideration what has been done in the UK, giving high earners (for example, in Italy, those with a taxable income over Euro 300,000 per year) the ability to avoid the proposed tax increase if they invest in the creation of new businesses (i.e. venture capital). Policy should focus on enterprises and their growth, and not on rent.

We believe furthermore that the following points must be taken into consideration, in order to give citizens and markets a signal of fiscal discipline:
1. Strenghtening of the measures to fight small tax evasion that represent a particularly widespread phenomenon; reinstatement of traceability measures for checks; reducing to 1.000 the maximum limit for cash transactions and the introduction of the obligation of electronic payments for amounts that exceed 300 euro, possibly providing the elderly with a credit card through Poste Italiane and / or Banco Posta.
2. Lifting of the retirement age at 65 years for both men and women, which is one of the few measures providing a structural benefit to public finances
3. Reintroduction of the property tax, with a significant deduction for non-premium principal residence. The property tax is necessary for local authorities to provide essential services to citizens, consistently with a “federal” development, and particularly efficient in terms of tax collection because it is connected with “things”. Why was it abolished?
4. A one percent increase in Vat, earmarking the additional tax revenue to the lowering of public debt. In Germany this measure has already been adopted with no adverse impact on inflation or consumption.

COMMENTI

Inviato da I promotori dell’appello il 24 agosto 2011 – 17:31

Come sempre un appello ha dei limiti (anche strutturali) e delle cose in più o in meno che si vorrebbero/potrebbero dire. Verissimo, ma ci tenevamo a battere un colpo e far sentire la nostra voce per cercare di dare un contributo nella spinta a modificare la manovra in discussione in Parlamento. Ci auguriamo che il dibattito nei commenti non si concentri solo sulle entrate fiscali, ma anche sulla riduzione dei costi dello Stato e sulla crescita perché l’impressione è che questa manovra sia complessivamente insufficiente a risolvere i problemi. I promotori dell’appello

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