Nel giorno in cui tutti i riflettori sono puntati sulla situazione economica europea e statunitense, Domenico Scilipoti presenta il suo ultimo libro (perché «io ho scritto 12 libri», ci assicura), il re Peones, Falzea Editore, quello “con la prefazione di Silviuccio”, ci confida una signora che incontriamo. Così noi ci rechiamo in questo paesino in provincia di Caltanissetta, Santa Caterina Villarmosa, per conoscere Scilipoti e, soprattutto, gli scilipotiani. Arriviamo nella piazza centrale del paese dove si trova la sala conferenza “di pietra” nella quale si svolgerà la presentazione e veniamo avvicinati da un gruppo di giovani, e meno giovani, che stanno preparando uno striscione da mostrare al “re dei Peones”.
Lo striscione recita un semplice ”DIS-ONOREVOLE”. Un signorotto di mezza età, ben vestito, al quale chiediamo cosa intenderanno fare, ci confida: «Noi siamo un gruppo di Indignados Desperados». E perché ce l’avete con Scilipoti?, domandiamo. «Per noi rappresenta il tipico esempio del politico che cura i propri interessi, offendendo la dignità e l’intelligenza del popolo italiano». A questo punto chiediamo al gruppo di sicul-indignados se Scilipoti riuscirà a coinvolgere i cittadini di Santa Caterina? Uno dei signori non si perde in chiacchiere: «Saranno soltanto persone che verranno da fuori».
Sono all’incirca le 17.45, fra 15 minuti dovrebbe avere inizio la presentazione. Pensiamo di avvicinarci alla Sala “di Pietra” dell’ex Palazzo Municipale all’interno della quale si consumerà lo Scilipoti-day. Varchiamo il portone dello stabile e andiamo subito a dare un’occhiata alla sala per scrutare se sono già presenti alcuni scilipotiani. Due signori eleganti, uno in camicia e cravatta, l’altro in camicia e bretelle, attendono seduti il suo arrivo. Alle ore 18 non c’è ancora traccia di Scilipoti.
Usciamo dallo stabile e troviamo a pochi metri, armati di fischietti, gli “indignados” che abbiamo incontrato prima. Un addetto alla security telefona alla forze dell’ordine per far rientrare la (non) protesta. Nel frattempo una signora “scilipotiana” che aspetta l’arrivo del RE, sussurra: «Ce l’hanno con lui perché non ha fatto saltare il governo». Alle 18.10 ecco la polizia municipale, e dopo qualche minuto i carabinieri. Il palazzo è blindato, ai ribelli vengono controllati i documenti, ma non viene loro impedito di poter attendere Scilipoti. Che arriva alle 18.40 in giacca e camicia, con in mano una rivista “culturale”: Max.
Non appena scende dalla macchina, i manifestanti gli urlano “vergogna, buffone!”. E poi ancora: “Bastardo!, buffone, buffone”. I manifestanti fischiano, gli inveiscono contro ( un altro complimento è “venduto!”), e lui sorridente inizia a salutare i suoi fan. Quando scorge uno dei manifestanti che gli sta facendo una foto all’ingresso nel Palazzo, si ferma e gli domanda: «Ma quante foto stai facendo? Perché non entri e ci confrontiamo?». Alle 19.15, la sala è quasi piena e Domenico Scilipoti, in arte Mimmo, fa un breve incipit sui contestatori: «La politica non può essere fatta con l’odio, ma con grande rispetto per l’avversario. Che può essere anche criticabile. Ho rispetto di coloro i quali buttano fango. Però, prima di utilizzare questo linguaggio, dovrebbero conoscere i personaggi. Anche nei confronti di coloro i quali hanno buttato fango, ho rispetto, sono credente. Mi aspettavo la contestazione fuori, ma mi aspettavo che una delegazione venisse anche per ascoltare e per sentire quello che aveva da dire l’onorevole Scilipoti, e poi fare una riflessione. È giusto, è normale che si contesti sotto il profilo politico, ma non è giusto, non è normale che si contesti senza conoscere il parlamentare che stai contestando».
Poi ha inizio una lunga apologia di stesso. Parla in terza persona, come ormai fa da mesi. Spazia dalla crisi economica al 14 dicembre, passando per la sua attività di medico. Dopo un’ora di monologo, passa la parola alle domande della platea. In sala interviene uno dei manifestanti: «Io protestavo non per l’onorovele Scilipoti, ma perché lui adesso rappresenta il governo. I ragazzi sono sul precariato e voi andate a vedere Lazio-Roma con 70 auto blu». E Scilipoti risponde: «Vi ringrazio, ritengo che le risposte vanno date sia a livello nazionale, sia a livello regionale, sia a livello provinciale. Le posso dire soltanto una cosa: a me non piacciono le partite e non sono mai andato in una auto blu. Vi ringrazio per la presenza, vi ringrazio veramente di cuore».
Sono le 21, finisce la presentazione, e si sente uno scilipotiano che urla: “grazie onorevole”. Fuori i manifestanti si lamentano perché “c’hanno controllato i documenti, nonostante i carabinieri paesani ci conoscessero tutti”.
(A fine presentazione Domenico Scilipoti ci confida che a settembre sul caso Milanese “voterò sicuramente per la procedura per il sì perché io sono convinto che chi sbaglia deve pagare”. D’altronde è il leader dei responsabili)