“Con Lombardo? Con Fli? Da soli”. Al pd siciliano di sicure ci son solo le botte…

“Con Lombardo? Con Fli? Da soli”. Al pd siciliano di sicure ci son solo le botte...

E’ stata una direzione regionale dem infuocata, quella che si è svolta ieri pomeriggio all’Hotel Jolly di Palermo. Avrebbe dovuto segnare la svolta del rapporto fra il pd siciliano e il terzo polo all’Assemblea regionale, e l’ingresso in giunta con assessori “politici”. Avrebbe dovuto stabilire quando e come fare le primarie in vista delle amministrative della primavera. Avrebbe dovuto stabilire i confini di quell’alleanza “larga”, dal terzo polo all’asse Idv-SeL,che da mesi nell’isola cercano di disegnare. Tutto ciò sotto l’occhio vigile e rigoroso dell’emissario di Bersani, Maurizio Migliavvacca. Tuttavia alla fine di una giornata, iniziata alle ore 16:15 e finita alle 21:30, il segretario regionale Giuseppe Lupo riafferma l’alleanza politica con Lombardo, ma senza entrare in giunta, semmai lo si potrà fare in un secondo momento. E respinge la proposta di Migliavacca di valutare “caso per caso”.

Ma trovare la “sintesi” non è stato affatto facile. Perché il pomeriggio è iniziato con la relazione di apertura del segretario regionale Giuseppe Lupo, il quale ha cercato di non scontentare le varie anime dem, filolombardiani e antilombardiani, sottolineando che “il pd ha iniziato le consultazioni con il terzopolo e con Idv e SeL in vista delle amministrative”, che “ ci sono margini per trattare”, e che “il 2012 sarà l’anno della svolta”. Ma la relazione che apre le danze al lungo pomeriggio non entusiama la platea, pochissimi gli applausi in sala, e si comprende che qualcosa di lì a poco succederà.
In questo clima si apre il dibattito: Davide Faraone, parlamentare regionale, e già candidato alle primarie di Palermo, chiede subito chiarezza al segretario:” Voglio capire come voteremo domani all’Ars. Dobbiamo essere chiari. Riconosco a Lumia e Cracolici, che hanno voluto questo passaggio decisivo, utile a rendere irreversibili le divisioni del centrodestra. Ma adesso rischiamo di fare la fine di quei giocatori di poker che, vinto un piatto, decidono di rilanciare e finiscono per perdere tutto. Oggi, a differenza di quanto accade a livello nazionale, il Pd è equidistante da centrosinistra e Terzo polo.

Oggi il partito non ha un’identità. E stiamo andando verso il suicidio: non si può pensare di mettere su un governo politico senza aver consultato il popolo. Significherebbe andare alle amministrative senza la certezza di chi sono i nostri alleati. I governi si costruiscono con il voto, con le elezioni. Ed è meglio dire le cose come stanno: Idv e Sel non accetteranno mai un’alleanza col Terzo polo. Ce l’hanno detto in tutte le lingue”. E ancora:” Anche a Migliavacca chiedo che la direzione nazionale si faccia sentire e parli in maniera chiara. Il nostro partito oggi dice che farà le primarie per le amministrative, ma ancora non sa con quale polo si accorderà. Siamo ridicoli”.
Non è meno tenero il senatore Enzo Bianco da sempre contrario all’alleanza con Raffaele Lombardo:” Rischiamo di cadere nel ridicolo. Ci siamo detti disponibili a costruire l’alleanza con le forze di centrosinistra, allargata al Terzo Polo. Abbiamo definito conclusa l’esperienza del governo tecnico. E ancora oggi non è cambiato niente. Anzi, ci diamo appuntamento a un nuovo incontro per definire il programma”. Ma Bianco interviene anche sull’ultima grana giudiziaria di Raffaele Lombardo:” Non sono solito commentare i risvolti politici, ma guardando all’etica, i comportamenti di Lombardo sono lontani dalla nostra storia, che è la storia di La Torre, di Mattarella”. Quest’ultima frase scatena il finimondo, e il consigliere agrigentino Giuseppe Arnone inizia ad urlare:” Il Pd è anche il partito di Capodicasa e Crisafulli, conniventi con certi ambienti mafiosi”.

A quel punto Crisafulli, in camicia bianca e bretelle rosse, si avvicina minacciosamente ad Arnone, ma i due sono subito allontanati. La direzione viene sospesa “per esigenze organizzative”, il segretario regionale invita i “non” delegati a lasciare la sala, e si teme che i vertici facciano continuare il vertice a porte chiuse. Passano 30 minuti, e la seduta riparte. Alla 19 la parola tocca all’emissario bersaniano, Maurizio Migliavacca. La sala torna a riempirsi, e tutte le varie anime dem sono lì ad ascoltare con orecchie tese perché in realtà è come se parlasse Bersani. Migliavacca non ha dubbi:” Penso sia sbagliato pensare a un’alleanza politica senza passare dal consenso popolare”. Ma è chiaro che bisogna pensare di “allargare il più possibile l’alleanza del centrosinistra al terzo polo e rinsaldare i rapporti con Sel e Idv”. E “per quanto riguarda il governo della Regione credo si debbano valutare i singoli atti che l’esecutivo porterà avanti”. Un “no” chiaro e netto a chi, come il capogruppo all’Ars Antonello Cracolici propone l’ingresso in giunta.
In tale contesto si arriva al voto della relazione di Lupo con l’integrazione dell’emissario bersaniano Migliavacca. Iniziano le dichiarazioni di voto, e Antonello Cracolici si alza dalla sedia e si dirige verso il microfono:” Quello che dice Migliavacca può andare bene a Roma. In Sicilia è un’altra cosa. Se facessimo come dice lui, succederebbe una cosa molto semplice: all’Ars non faremmo nulla”. E ancora: ”Io mi asterrò”. Le parole di Cracolici rimbombano nella sala, è ormai chiaro che il segretario Lupo, non avendo il sostegno dell’ala maggioritaria del partito, ovvero di Cracolici e Lumia, rischia di doversi dimettere se dovesse andare in minoranza. Ma a salvare Lupo arriva un documento dell’Area Innovazione, quella che fa riferimento all’ex Ministro del governo D’Alema, Salvatore Cardinale, e del senatore dem Nino Papania. Il documento dai toni democristiani recita così:” Il Pd è pronto ad aprire una nuova fase alla Regione per verificare la possibilità di un’alleanza politica in grado di dare forza al progetto di governo e consentire un salto di qualità in favore della Sicilia”. Ma non basta. Si riuniscono in conclave per circa un’ora.

Nel frattempo il “Renzi di Palermo”, Davide Faraone, probabilmente stufo per l’ennesima tarantella “Lombardo sì – Lombardo no”, alle 20:15 va via “perché gioco a calcetto alle nove”. Alle 21:15 tutta la nomenclatura esce da una saletta: la “quadra è stata trovata”, sussurra passando il senatore Beppe Lumia. Finalmente si può votare il documento, figlio di una doppia limatura: la prima firmata Migliavacca, e la seconda targata Cardinale-Papania. In 46 approvano il documento, in 15 lo bocciano, e in 2 si astengono. Alla fine della direzione il segretario Giuseppe Lupo commenta soddisfatto a Linkiesta:”Una discussione vera, da partito democratico vero, che si conclude con una larghissima condivisione a maggioranza della proposta che ho avanzato. E’ nell’interesse della Sicilia costruire un’alleanza larga tra forze progressiste, moderate ed autonomiste per i prossimi appuntamenti elettorali con programmi ambiziosi di grande cambiamenti, scegliendo i nostri candidati con le elezioni primarie”. 

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