Eva Joly, la Di Pietro di Francia tutta web e antipolitica

Eva Joly, la Di Pietro di Francia tutta web e antipolitica

PARIGI – Manca ancora qualche mese all’appuntamento elettorale in cui i cittadini francesi sceglieranno il nuovo Presidente, eppure il fenomeno Eva Joly è già una realtà.

L’ex giudice franco-norvegese, da anni nota al pubblico nazionale (e non solo) nel ruolo di paladina anti-corruzione di politici e corporation, dopo aver vinto il confronto con Nicolas Hulot alle primarie di Europe-Ecologie-Le-Verts a luglio è lanciatissima a conquistarsi almeno un posto da Ministro nella prossima compagine governativa.

Forte di un risultato storico per il proprio partito alle elezioni amministrative della scorsa primavera, dove la formazione Eelv ha ottenuto il 13%, Eva Joly è impegnata in una campagna elettorale partita in anticipo rispetto al Partito Socialista, e che sembra procedere nel migliore dei modi. Complice involontaria l’attualità francese degli ultimi mesi. In primis l’incidente nucleare di lunedì 12 nello stabilimento di Codolet, che ha riaperto dibattiti e polemiche sul futuro energetico di Parigi, ma anche gli scandali della politica. Dal caso Strauss Khan a Chirac, alla relazione poco chiara tra il Presidente Sarkozy e l’ereditiera Liliane Bettencourt, l’affermazione di Joly sulla necessità d’istituire una ‘Sesta Repubblica’ ha ripreso a circolare con vigore sui giornali e nelle tribune televisive.

Del resto è dagli anni Novanta che l’immagine della candidata di Eelv è associata all’etica e al rigore della politica. Famosi i casi che videro Eva Joly contrapporsi ai colossi Elf e Crédit Lyonnais, grazie ai quali la sua notorietà ha travalicato i confini francesi. Nel 2008 Joly è stata nominata a capo dell’inchiesta sulle responsabilità della débacle finanziaria islandese, ruolo che ha lasciato dopo neanche un anno per dedicarsi all’attività di eurodeputato.

Se la lotta alla corruzione e l’esaltazione dell’uomo politico virtuoso sono da sempre due capitoli importanti della dialettica di Eva Joly, in questi giorni è soprattutto la lotta al nucleare il tema su cui la candidata di Eelv sta concentrando i propri sforzi. Impegnata in un estenuante tour dei siti nucleari più a rischio dislocati nel Paese, Eva Joly ha ripetuto da Fessenheim (forse la centrale più vecchia e malmessa) la necessità di portare la Francia fuori dal nucleare in vent’anni. Ma non basta. La candidata dei verdi ha prontamente risposto all’annuncio fatto dal governo Sarkozy sull’imminente pubblicazione di una serie di rapporti sullo stato delle centrali francesi a cura dell’Autorità per la Sicurezza nazionale, tacciandolo di parzialità. Secondo Joly, lungi dal rassicurare i cittadini, tali rapporti falserebbero dati e realtà poiché redatti dagli stessi organismi addetti alla gestione e manutenzione degli impianti e non da soggetti terzi.

Eva Joly, nata Eva Gro Farseth, ha costruito in questi mesi una macchina comunicativa efficiente e dinamica, affidando la gestione della propria immagine digitale e dei rapporti con gli elettori a un gruppo di giovanissimi comunicatori. Il capo della comunicazione on-line, Elliot Lepers, ha soltanto diciannove anni. Pochi di più ne hanno i suoi collaboratori: come Julien Bayou, che a 29 anni è già consigliere regionale de l’Ile de France per Eelv, figura immancabile a fianco della candidata ecologista e leader di molte iniziative, dalla lotta per affitti più equi ai diritti dei precari.

Eva Joly spera in questo modo di conquistare una fetta di elettorato sempre più distante dal mondo della politica, quello di età compresa tra i 18 e i 35 anni, il più colpito dall’attuale congiuntura economica. L’obiettivo principale della squadra di comunicatori di Eva Joly è cercare di ridurre la percentuale degli astensionisti (il 56% nelle ultime elezioni amministrative) portando consensi verso Europe Ecologie-Le Verts.

Il Partito Eelv, frutto dell’unione dei verdi e di Europe Ecologie, vive in questi giorni un clima teso. Lo sfidante di Eva Joly alle primarie di luglio, l’ex anchorman di TF1 Nicolas Hulot, ha recentemente raccontato in una lettera aperta a Le Monde la propria ‘amarezza’ seguita alla sconfitta subita. La lettera non lascia presagire nulla di buono, se è vero che negli ambienti parigini si racconta di una serie d’incontri tra Hulot e il Presidente Sarkozy. Voci prontamente smentite dallo stesso Hulot, ma che sono bastate a seminare dubbio e perplessità tra gli elettori. Voci critiche verso Eva Joly si levano anche dal pigmalione politico dell’ex giudice, Daniel Cohn Bendit, che da tempo chiede un allineamento del candidato Eelv con il futuro leader socialista per impedire l’ipotesi di un ballottaggio tra Sarkozy e LePen, evitando la dispersione dei voti a sinistra.

All’esterno del Partito la minaccia più grande arriva da parte del Fronte Nazionale e da Marine Le Pen, che al pari di Eva Joly, lavora da mesi a rafforzare la sua base elettorale. L’Ump ha, invece, deciso di condurre una campagna denigratoria nei confronti di Eva Joly incentrata sulla doppia nazionalità franco-norvegese. Campagna alla quale si è prestato anche il Primo Ministro François Fillon che ha recentemente espresso i propri dubbi sull’idoneità di Joly a rappresentare un Paese di cui non possiede sufficiente memoria storica. Eva Joly, dietro i suoi occhiali di plastica rossi, non batte ciglio e con aplomb scandinavo ripete da mesi: «Sono francese per scelta, per amore della Francia».

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