L’estate 2011 potrebbe essere ricordata negli annali di storia per essere stata una delle più concitate dal punto di vista degli eventi di rilevanza giornalistica. L’Italia ha dato il suo meglio nel periodo che per tradizione è più sottratto all’attenzione dei cittadini informati: tra luglio e agosto la crisi economica internazionale si è presentata con il volto del fallimento nazionale, una legge bipartisan ha inventato un modo per ridurre la possibilità dei (già pochi) lettori di accedere ai libri, un’intera manovra economica è stata smontata e rimontata quattro volte poi approvata per direttissima con il voto di fiducia.
D’altra parte il turbine di eventi ha coinvolto il mondo intero: in America Obama ha faticato per raggiungere un accordo che innalzasse il tetto di indebitamento degli Usa di 2.400 miliardi di dollari, al di qua dell’Atlantico Tripoli è caduta e Londra è stata messa a ferro e fuoco per più giorni. Persino il mondo della tecnologia è stato attraversato da scosse di grande importanza, come le dimissioni di Steve Jobs, l’acquisto del settore mobile di Motorola da parte di Google, l’acquisto di Sun da parte di Oracle. Troppe cose per potersi permettere il lusso di rimanere distratti dalle ferie.
Ma secondo i dati statistici rilevati da Google sull’andamento degli accessi ai siti di informazione, le abitudini degli italiani non sono cambiate in modo significativo rispetto agli anni precedenti. Le rilevazioni di Google si muovono quindi in controtendenza rispetto a quelle rilasciate da Audiweb. In prima battuta è interessante notare quali sono le testate che sia Google, sia Audiweb, includono nell’elenco dei domini giornalistici. In entrambi i casi vengono reclutati sotto uno stesso tetto i portali web come Libero (quello della mail, non l’espressione on-line del giornale diretto da Belpietro), Virgilio, Msn, Excite, Aol, le previsioni meteo, i network di notizie sul mondo della tecnologia per nerd e geek, i magazine specialistici di sport e di economia, infine i quotidiani – nazionali, locali, di approfondimento.
Libero, Msn, Virgilio, Alice e IlMeteo.it, sovrastano le prestazioni dei giganti dell’informazione come Corriere e Repubblica; ma per i primi quattro il passaggio dell’utente sulla pagina che presenta qualche lancio di news è solo un momento di transizione verso altri contenuti o funzioni come la mail o i blog. Su Libero.it per esempio, a luglio gli utenti unici sono stati 12 milioni, 8,2 milioni dei quali hanno consultato la mail, mentre “solo” 2,9 milioni hanno esplorato le notizie. I protagonisti dell’informazione on-line in Italia rimangono quindi Repubblica e Corriere, che a luglio hanno chiamato a raccolta rispettivamente 5,6 e 5 milioni di utenti unici. Il risultato di entrambi sembra di poco inferiore a quello dello stesso mese del 2010, ma con una frequentazione media nel corso dell’anno cresciuta del 5% rispetto ai 12 mesi precedenti. Il trend di crescita delle testate principali è parallelo a quello dei portali, con un picco a novembre 2010, un nuovo picco tra febbraio e marzo 2011, e uno conclusivo a giugno. In quest’ultimo caso la crescita dei portali è stata molto più significativa, almeno quanto più rapido è il loro calo in corrispondenza con l’inizio delle ferie nazionali a luglio.
Esistono almeno altri quattro percorsi divergenti rispetto a quello principale fissato dalle testate principali. Le testate destinate alle informazioni specialistiche sulla tecnologia, quelle dedicate allo sport, quelle di notizie locali e quelle di approfondimento culturale o politico, manifestano tendenze comuni piuttosto chiare. L’informazione sportiva segue una stagionalità dettata dal calendario calcistico, che si spegne con la fine del campionato. Viceversa, la tecnologia da un lato, l’approfondimento politico e l’immersione nel particolarismo delle notizie locali dall’altro lato, hanno seguito negli ultimi 12 mesi un andamento con profili molto caratterizzati.
L’informazione tecnologica ha subito una contrazione significativa su tutte le testate: Leonardo.it viene abbandonato da circa il 25% degli utenti unici scendendo a 1,3 milioni, HwUpgrade.it ne perde circa la metà arrivando a 750 mila, come Punto-Informatico.it che si porta a 220 mila. Per tutti il tracollo ha inizio a partire da marzo, in concomitanza con un processo di riduzione dei lettori dei blog di tecnologia registrato anche a livello internazionale.
L’approfondimento politico e l’iperlocalizzazione delle notizie seguono invece trend di crescita altrettanto clamorosi. Le testate locali riunite sotto il dominio Gelocal.it hanno incrementato gli utenti unici dal luglio 2010 di quasi il 40%, toccando 1,1 milioni di utenti unici. Anche testate come Il Secolo XIX e Il Resto del Carlino guadagnano un 10% di utenti, raggiungendo ognuna quasi quota 400 mila. Il Fatto Quotidiano raddoppia gli utenti unici rispetto al luglio 2010, toccando la soglia di 1 milione; anche Giornalettismo.com raddoppia in 12 mesi passando a quota 320 mila. Per altri esempi non esistono dati relativi all’estate scorsa, ma è comunque importante osservare che gli utenti di LetteraViola.it sono raddoppiati rispetto a maggio a 110 mila. LetteraViola.it ha raggiunto il picco di attenzione a metà giugno, in connessione con il voto referendario, con livelli 4 volte superiori a quelle di luglio.
Rispetto a questo scenario appaiono lievemente in controtendenza i giornali schierati a destra: Il Giornale incrementa di pochi punti percentuali rispetto al luglio 2010, con 910 mila utenti unici; Il Foglio si assesta sulla stessa quota, con 85 mila; Libero-News.it (che è l’espressione on-line del giornale Libero) cresce di poco rispetto al luglio 2010 con 510 mila utenti unici, ma ne perde circa il 60% rispetto al picco registrato tra marzo e aprile. Il quadro complessivo iscrive Corriere e Repubblica nell’ambito dei portali web, quasi distaccandole dal destino dell’informazione giornalistica in senso proprio. Servono a dare una scorsa alle news, senza cercare approfondimenti e senza la richiesta di indicazioni sugli intrecci o sui legami tra le notizie. Sono il terreno della prima ricognizione dove i fatti, le nozioni, le formule del dizionario dell’attualità, vengono percepiti ma probabilmente non connessi in quadri concettuali.
Il portale è la home page del browser, all’apertura della sessione di navigazione permette di dare una scorsa ai titoli, ma non si traduce mai in formazione personale. La richiesta di comprensione si trasferisce ad un altro livello di lettura, sul piano dell’approfondimento di inchiesta o su quello degli eventi locali. I frequentatori abitudinari della Rete – che per tradizione vengono raccolti sotto l’etichetta di nerd o di geek – sembrano traslocare dalle sedi tradizionali dei loro interessi ad una nuova dimensione di coinvolgimento civile e politico. I siti di aggiornamento sulle novità tecnologiche si spopolano in favore di ambienti in cui il dibattito si accende sulla realtà politica ed economica a livello macro e micro. Non esistono dati che accertino questa ipotesi; eppure il trasferimento in blocco dei volumi di traffico dai siti tradizionalmente destinati ai nerd verso il dibattito ecologico/economico/politico si configura in modo piuttosto chiaro nelle cifre sia dei siti italiani, sia in quelle dei domini internazionali.
Si tratta di un segmento di pubblico abbastanza ben definito, composto tra il 70-80% da utenza maschile, tra i 25 e i 44 anni, con un reddito annuo inferiore ai 36 mila euro per il 60-70%, e una cultura universitaria per circa due terzi del totale. Le reti della blogosfera, dei social network, dei forum, sembrano attrarre i loro utenti affezionati verso una dimensione di argomenti non più limitati alle tematiche della tecnologia e dei videogame; il nerd si sta trasformando in un utente politico. L’ondata della primavera araba e il coinvolgimento di massa dei social network, poi le elezioni amministrative e il voto referendario hanno consolidato un nuovo ambito tematico per il nucleo più antico e affezionato di internauti. Il blocco politico di destra in Italia non sembra aver tratto vantaggio da questa rinascita della coscienza civile in Rete, che invece è stata intercettata dalle testate di recente formazione o di aperta contestazione all’azione di governo. Ma sono più in generale i temi dell’ecologia, della crescita sostenibile, della crisi economica, dell’autodeterminazione politica iperl-ocale attraverso la consultazione diretta on-line, a costituire il polo di convergenza dell’attenzione di questo pubblico in mobilitazione.
* Epistemologo, fondatore di Pquod