Civati, cartolina a Renzi: “Non vogliamo un Berlusconi del Pd”

Civati, cartolina a Renzi: “Non vogliamo un Berlusconi del Pd”

Alle 19:10 finisce la prima giornata della kermesse “il nostro Tempo” organizzata dal duo Pippo Civati e Debora Serracchiani. Nove ore di interventi dal mondo della politica, dell’economia, del giornalismo, della scuola e delle società civile. Una piattaforma programmatica che ha visto al centro il ruolo delle primarie “anche per scegliere i candidati”, l’idea di “nuova legge elettorale”, l’importanza del referendum per la reintroduzione del mattarellum, “una tassa sui grandi patrimoni”. Questi alcuni dei titoli che sono usciti dalla giornata di oggi. Una giornata che è iniziata all’insegna della tranquillità. Con il duo Civati-Serracchiani a presentare “le coppie”di relatori che avevano a disposizione sette minuti per ogni intervento, e con una brevissima pausa pranzo dalle 14:15 alle 14:45.

Il primo ad intervenire è stato Virginio Merola, sindaco di Bologna, il quale, dopo aver ringraziato per l’invito, ha subito ceduto la parola al segretario regionale del Pd emiliano, Stefano Bonaccini: “Grazie Pippo e Debora. Oggi abbiamo tante buone cose da dire. D’altronde fra pochi mesi ci sarà una conferenza nazionale del Pd e non dovremo portare le 300pagine dell’altra volta”. Sembra che in sala nessuno abbia dimentica il famoso programma dell’ultimo programma Prodi, lo si capisce dallo scroscio di applausi. Poi Bonaccini elenca una serie di titolo:”Riforma fiscale, riforma degli ordini professionali, liberalizzazioni”. In realtà, sentendo Bonaccini, sembra di rileggere la lettera della Bce, ma di quell, non sia mai, è vietato parlare.

Primo argomento: referendum antiporcellum. Interviene un esperto: Andrea Morrone, professore di diritto costituzionale, uno di quelli che ha pensato e il quesito per la reintroduzione del Mattarellum:”Perché l’abbiamo fatto? Vogliamo che i cittadini si riappropino del diritto costituzionale di scegliere i propri rappresentanti. Noi vogliamo ridare dignità al Parlamento”. E giù gli applausi.

Nel frattempo siamo a metà mattinata arriva in sala Rosi Bindi, subito applaudita e annunciata dal duo Civati-Serracchiani. Bindi si accomoda, e, stando alla cronaca di un cronista su twitter, sembra si destreggi con una certa pracità con l’iphone. Ma, sono dettagli. Da Valeria Fabbrini, altra esperto di referendum arriva il primo attacco alla classe dirigente del Nazareno:”E’ stato diffidente chi guida questo partito perché non ha firmato il referendum”. Ma la sala non è antibersaniana. Tant’è che Civati puntualizza:”Non siamo contro Bersani, non siamo in polemica con il segretario”. Il primo fiorentino che interviene, Giacomo Billi assessore provinciale di Firenze, lancia il primo messaggio a Matteo Renzi: “Al modello Berlusconi che ci è stato propinato in questi anni e che qualcuno vuole propinare in salsa democratica non possiamo rispondere con un uomo solo al comando noi dobbiamo ribadire uno strumento fondato sulla partecipazione”. Allora Civati per stemperare il clima saluta “Matteo” e gli fa un grosso in bocca al lupo per il “Big Bang” della prossima settimana.

Finalmente tocca a “Rosi”, tutti in sala non aspettavano altro. Accolta da un lungo applauso, fa calare il silenzio non appena inizia a parlare:” Grazie per avermi invitata. Ho ascoltato cose interessanti. Credo che il nostro partito deve pronunciare parole molto chiare al paese. Penso che le nostre idee non solo sono chiare ma possiamo costruire il consenso. Credo che le cause che hanno prodotto questa crisi non potranno essere la medicina”. E ancora: “Penso anche che noi dobbiamo creare un consenso forte con il nostro elettorato moderato. Si è rotto il patto fra moderati e riformisti, noi abbiamo il dovere di ricostruirlo”.

Due vignettisti, un maestro come Sergio Staino e Makkox che attualmente lavora per il Post di Luca Sofri abbassano un po’ i toni e mettono allegria in sala. Marina Terregni, giornalista e collaboratrice di diversi giornali, “affezionata al Pd ma senza tessera”, in una giornata come quella di oggi potrebbe addirittura pensare “di prendere la tessera di questo partito”. E Stefano Boeri, assessore alla cultura del Comune di Milano e architetto che ha firmato diversi grandi progetti edilizi a Milano e non solo, evoca un partito “accessibile” “simultaneo” e che “non va più inteso come spazio per costruire ma come spazio per coltivare”. E poi che sia necessario “partire dalla scuola pubblica, che è la prima infrastruttura sociale italiana”.

Ma è nel pomeriggio che la sala si infiamma. Da Roma passa per un saluto Nicola Zingaretti, che in tanti ritengono essere il leader dei T-Q, riuniti la scorsa settimana a l’Aquila. “Una grande riforma deve essere: basta competenze. Un ente decide e un ente controlla. Punto.”chiosa il presidente della Provincia. E ancora: ”Il vero costo della politica è quello dei nominati dalla politica”. I toni sono da leader e la chiusura pure: ”Viva l’Italia ma oggi costruiamo un altro Paese per l’Italia che oggi c’è”. Ma Civati aspetta il segretario e scrive su Twitter: ”A questo punto manca solo Pigi”. Chissa se domani farà un salto.  

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