De Magistris chiama Vecchioni e riemerge il suo passato interista

De Magistris chiama Vecchioni e riemerge il suo passato interista

NAPOLI – «Le quote in fondo sono state rispettate. C’è un interista al posto di un altro». Un giovane dirigente del Pd di Napoli ci scherza su, ma l’arrivo del cantautore Roberto Vecchioni alla guida della Fondazione Forum delle Culture a Napoli riguarda anche (ma non solo) la fede calcistica. In sintesi,la vicenda iniziale: il Forum Culture è un evento internazionale che fra due anni sarà ospitato nel capoluogo campano. La precedente amministrazione guidata dal Pd con Rosa Russo Iervolino creò una fondazione ad hoc, pescando in quota democrat bassoliniana gli amministratori: Nicola Oddati, già assessore con Bassolino e con Iervolino e Mario Bologna, già portavoce di don Antonio al Comune e alla Regione Campania.

A giugno, col ciclone de Magistris, le prime scintille: il Forum 2013 fa gola; anche da lì passano tutta una serie di investimenti europei per il centro antico. Se poi riuscisse ad avere dal governo lo status di “grande evento”, anche lo Stato potrebbe far arrivare quattrini a Napoli. Tutto ciò governato da un bassoliniano (seppur colui che materialmente ha portato il Forum a Napoli)? Nemmeno per idea. E così, dopo tre mesi di tira e molla, il sindaco di Napoli ha “scassato” anche la Fondazione, dimissionando Oddati e nominando al suo vertice Roberto Vecchioni.

Col cantautore e vincitore dell’ultimo Sanremo, de Magistris ha stretto un forte rapporto in campagna elettorale: Vecchioni si esibì per Giuliano Pisapia a Milano cantando in napoletano contro la Lega Nord. E l’ex pm lo volle a Napoli per l’evento di chiusura della sua campagna elettorale e poi, una volta eletto, per discutere del futuro della città, in una intervista pubblica con Lucia Annunziata.

La nomina al Forum 2013 è però un atto politico che ora sta avendo  ripercussioni: quel che resta dei bassoliniani (tranne Bassolino) è insorto. Così pure l’ex sindaco Iervolino che per la prima volta ha alzato la voce contro il suo successore: «Il Forum non è un giocattolo da regalare agli amici». De Magistris ha replicato subito: «Roberto è un poeta contemporaneo, completamente estraneo ai giochi e agli apparati. La sua storia e il suo impegno credo possano esprimere anche l’unità del Paese. Le critiche mi lasciano allibito». E veniamo al retroscena: la notizia del siluramento di Oddati è stata anticipata da Il Mattino, nemmeno il diretto interessato (che però aveva intuito da tempo) sapeva. Oggi è sfogato con Repubblica: «Mi aspettavo una chiamata dal sindaco, mi ha avvisato il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro». E poi, la velenosa stilettata, con il sapore dell’ironia: «Volete sapere cosa abbiamo in comune io, de Magistris e Vecchioni? Siamo tre interisti sfegatati. E sono pronto a dimostrarlo».

Apriti cielo. Questa è una frase che in un’altra città e in un’altra situazione farebbe sorridere. Ma a Napoli, con una squadra che va come un treno, reduce proprio da uno schiaffo gigantesco (0-3) agli ex campioni del mondo nerazzurri a Milano ha scatenato un putiferio. De Magistris sta andando allo stadio (e pure in trasferta) a vedere e applaudire il Napoli di Aurelio de Laurentiis. Lo sta facendo da tifoso, nonostante fosse da sempre indicato come un simpatizzante interista ( del resto, anche De Laurentiis in campagna elettorale diede il proprio endorsement al rivale Lettieri). Il sindaco, comunque, si è giustificato così in campagna elettorale, dove anche una dichiarazione di “interismo”, per dirla alla Beppe Severgnini, poteva far perdere consenso: «Mio padre era tifoso dell’Inter io ho sempre tenuto per il Napoli». E invece, Oddati, nerazzurro sfegatato (ha seguito tutta l’era Mourinho in Champions League e campionato in casa a Milano e in trasferta nel mondo) cosa avrà in mano? Un messaggino compromettente? Una foto con tanto di sciarpa nerazzurra dell’ex pm? O semplicemente è lo sfogo di uno che è stato mandato a casa senza troppi complimenti?

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