COSENZA – Dal 12 Dicembre sarà sempre più difficile lasciare la Calabria, o pensare di raggiungerla. Dal prossimo mese Trenitalia ha deciso di mettere a dieta i treni calabresi a lunga percorrenza. Così con tutta probabilità, i passeggeri dovranno cimentarsi in una corsa ad ostacoli, per tentare di raggiungere città come Roma, Milano e Venezia partendo dalla Calabria a bordo di convogli che fino ad oggi avevano almeno assolto al loro compito.
Invece, come ha spiegato l’amministratore delle Ferrovie dello Stato Moretti a margine di un convegno a Roma, «siccome ci sono delle ristrettezze di denaro pubblico nei contratti di servizio, da Dicembre prevediamo una razionalizzazione del servizio». E così, a rimetterci saranno i passeggeri calabresi, i quali si vedranno costretti a probabili attese di ore per salire sullo stesso treno che prima passava con una frequenza maggiore. Ad esempio se fino ad oggi si è potuti salire sull’Intercity delle 13:55 da Reggio Calabria diretti a Milano, da Dicembre toccherà aspettare il successivo perché questo convoglio non esisterà più. Ciò sarà causa di evidenti disagi per gli utenti calabresi.
Sono i viaggiatori infatti la maggiore preoccupazione di Nino Costantino, segretario generale per la Calabria di Filt-Cigl, che spiega a Linkiesta: «Secondo i nostri calcoli saranno 2 milioni e 700 mila su circa 7 milioni 300 mila in totale, 20 mila al giorno sulla rete regionale all’anno i passeggeri interessati dall’intervento di Trenitalia, che ha già predisposto il taglio di 21 tratte dalla Calabria verso il nord e viceversa». E, sebbene la ragione dei tagli sia riconducibile all’ultima finanziaria del governo, che ha ridotto i fondi destinati a Trenitalia di 1,5 miliardi di euro, il segretario Costantino riconosce il problema ma rilancia: «Moretti ha ragione a lamentarsi del taglio del 70% dei fondi da parte del Governo verso la sua azienda e rispetto al corrispettivo dell’anno precedente, ma isolare ulteriormente una regione come la Calabria non è accettabile».
«Ci troviamo di fronte al taglio più consistente della storia sui servizi di trasporto della nostra regione, nonostante dal 1990 ad oggi gli impiegati calabresi nelle Ferrovie sono già stati ridotti da 12 mila a circa 2 mila 500 unità, mentre al Nord Trenitalia progetta nuovi investimenti sui treni ad alta velocità», continua Costantino, che poi attacca: «Che l’azienda di Stato abbia deciso di investire solo laddove la concorrenza in futuro si farà più aspra, con l’ingresso del soggetto privato Ntv (che ha come soci Diego Della Valle e Luca Cordero di Montezemolo) nel mercato dei treni?». Infatti dal 2005 ad oggi, la Calabria ha perso circa 5.500 chilometri/treno al giorno secondo Italia Nostra. Sono stati soppressi numerosi treni passeggeri a lunga percorrenza e secondo il sindacato da Dicembre i tagli cancelleranno, tra gli altri, un Intercity verso Milano e degli Espressi diretti a Roma e Venezia. Il ridimensionamento di 21 treni giornalieri sul totale di 231 convogli che quotidianamente transitano sulla rete regionale calabrese, avrà un’incidenza di circa il 10% in meno sull’ammontare complessivo dei trasporti su rotaia.
Stazione ferroviaria in Calabria (Flickr – godzillante|photochopper)
Per rispondere alla politica decisa da Trenitalia, la Cgil ha in programma il 28 Novembre una manifestazione a Reggio Calabria dal titolo “L’Italia Spezzata”, dove «i sindacati regionali di categoria chiederanno ai presidenti delle regioni colpite dai tagli (assieme alla Calabria, sono coinvolte Puglia e Sicilia) di fare fronte comune e trovare una posizione unitaria, per porre un freno alla politica penalizzante di Trenitalia». Riusciranno Vendola, Lombardo e Scopelliti a mettersi d’accordo?
In attesa di sviluppi bisogna chiarire che, sebbene i posti di lavoro messi a rischio dalla riduzione delle tratte da e per la Calabria sarebbero 150, in ogni caso questi lavoratori non dovrebbero perdere il loro impiego, in virtù di un blocco del turnover. L’altra grande preoccupazione delle autorità locali riguarda il turismo e i lavoratori dell’indotto. «L’isolamento ulteriore della Regione e in particolare della provincia di Cosenza, non potrà che impoverire e depauperare ancora di più un territorio già depresso», racconta il consigliere regionale Gianluca Gallo dell’Udc a Linkiesta. «Ricordiamoci che la Calabria è già penalizzata per il trasporto su gomma dai lavori ancora in corso sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria e che a fronte del territorio più vasto tra le province calabresi, la provincia di Cosenza non offre neanche un aeroporto ai suoi cittadini», afferma Gallo. Il consigliere Udc alla fine conclude con un «invito a razionalizzare il taglio dei collegamenti e ad intervenire con tagli mirati sui tanti sprechi esistenti».
Intanto il taglio di 21 treni resta operativo e dal 12 Dicembre, con l’inizio della nuova offerta commerciale, Trenitalia riserverà un regalo di Natale certamente non gradito ai passeggeri calabresi. I quali fino a non molto tempo addietro, spesso viaggiavano sugli stessi treni sui quali lavoravano come macchinisti, piuttosto che come capitreno. Come ricorda, con un aneddoto, il segretario Nino Costantino: «Quando ero bambino, la zona dove sono nato e vissuto era chiamata “Il quartiere dei ferrovieri”, tale era la concentrazione di lavoratori delle Ferrovie in quel posto».
Oggi in tempi di crisi economica e con una disoccupazione galoppante in Calabria, dove il Pil pro-capite arriva a 16 mila 400 euro l’anno e la disoccupazione ha raggiunto l’11,3%, sarebbe utopistico immaginare un quartiere abitato da soli impiegati delle Ferrovie dello Stato. Tuttavia, soprattutto nel 2011, pensare a uno servizio ferroviario consono per passeggeri e viaggiatori calabresi sembra una realtà sempre più lontana.