Non c’è crescita senza…“infrastrutture e liberalizzazioni”

Non c’è crescita senza...“infrastrutture e liberalizzazioni”

La prima: un’estesa serie di liberalizzazioni (commercio, professioni, trasporti; rette universitarie e reclutamento universitario).
La seconda: un massiccio programma di investimenti pubblici (strade, scuole, porti, tav)

Lo stato stia fuori dall’economia. Regole e relativo rispetto delle stesse, si; intervento diretto, no.

Non vi sono particolari settori su cui puntare, anche se settori come la chimica (dove le aziende italiane sono ritornate in posizione di leadership) le macchine utensili (dove coniughiamo estro a tecnologia), alimentare (Barilla, Ferrero, Parmalat e relativo indotto), turismo (dove siamo nani e mediocri nonostante la fortuna del Bel Paese). Non sopravvalutiamo la moda (crea ricchezza per i suoi imprenditori, molto meno per il paese in termini di tecnologia e posti di lavoro).

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