Ma per combattere l’evasione la soglia del contante va abbassata a 500 euro

Ma per combattere l’evasione la soglia del contante va abbassata a 500 euro

«Ha bisogno della fattura? Sono 120 con e 100 senza». Chi pensa alla tracciabilità totale dei pagamenti, e vorrebbe abbassare drasticamente la soglia limite dei pagamenti in contanti, ha costantemente in mente situazioni così. Situazioni che possono capitare quando si ha a che fare con falegnami, parrucchieri, idraulici e artigiani in genere, e poi commercianti, albergatori, e così via.

I dati degli studi di settore del 2008, gli ultimi disponibili, hanno rivelato che i titolari di bar e gelaterie hanno dichiarato redditi per 16.200 euro, cifra che scendo a 13.800 per i ristoranti e a 12.500 euro per barbieri e parrucchieri, fino all’incredibile 16.300 euro delle gioiellerie. Inoltre, secondo l’Agenzia delle entrate, quasi il 47% dell’evasione si concentrerebbe nel commercio, il 33,8% nell’evasione, il resto negli altri settori. 

Proprio guardando questi dati, si può comprendere la delusione di chi si aspettava una misura più drastica da parte del governo Monti: una vera e propria lotta al contante, a favore dei pagamenti “tracciabili”, come assegni e carte elettroniche, e quindi ricostruibili. Perciò, la soglia limite di mille euro (rispetto a 2.500 fin qui ammessi) vengono visti come una soglia troppo elevata. Andrebbe abbassata almeno a 500 euro, se non addirittura a 100 euro. Quest’ultimo intervent richiederebbe però un’azione concertata quanto meno a livello dell’Eurozona per ritirare dalla circolazione i tagli di banconote da 200 e da 500 euro.

Solo dichiarando illegali i pagamenti cash al di sopra di una soglia molto bassa, è la tesi, si indurrebbe i cittadini a diventare meno disponibili ad accettare compromessi come quelli che possono capitare con l’artigiano o il ristoratore di fiducia. La convinzione, insomma, è che l’obbligo di legge accompagnato dal supporto della tecnologia possa essere l’arma risolutiva nel contrasto all’evasione fiscale. 

In Italia, ha calcolato l’Istat, l’evasione si attesterebbe fra il 16,3% e il 17,5% del prodotto interno lordo italiano (i dati sono relativi al 2008). Secondo Enrico Giovannini, presidente dell’istituto di statistica, «si stima che ci sia sia il 30% di evasione in agricoltura, il 21% nei servizi e il 12% nell’industria, anche se ci sono settori, come il turismo, dove supera il 50 per cento».

Naturalmente, il solo obbligo legale non basta: non si può indurre la virtù per decreto. Al momento, gli italiani fanno ancora oggi un notevole ricorso al contante. Per incentivare la diffusione e l’accettazione della carte elettroniche presso gli esercenti occorrerebbe abbassare i costi, se non della carta di credito quanto meno del Pagobancomat. Allo stesso modo, un’accelerazione nella diffusione degli strumenti alternativi di moneta elettronica (tramite per esempio, il ricorso al credito prepagato sul telefonino), potrebbe facilitare il cambiamento di abitudini.  

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