Mille morti, le Filippine piangono l’effetto della tempesta tropicale

Mille morti, le Filippine piangono l'effetto della tempesta tropicale

Sono 972, secondo gli ultimi dati, i morti nelle Filippine. Quasi mille, e aumentano di ora in ora. L’isola di Mindanao, la seconda per grandezza, a Sud, è rimasta travolta dalla tempesta tropicale Washi, arrivata sabato e che ha affogato interi villaggi. I senzatetto sono decine di migliaia, e centinaia le persone trascinate dalla corrente di fango. Molti sono stati recuperati mentre già galleggiavano nell’oceano.

Non c’è solo devastazione ma anche la necessità e l’urgenza di fare presto, di seppellire i morti in fretta. La decomposizione dei loro corpi, accelerata dal caldo della stagione, può diventare una vera e propria pestilenza. Allora si aprono fosse comuni, la sepoltura è rapida, e non si ha tempo nemmeno di riconoscere i cadaveri, impilati uno sopra l’altro senza bare.

La tormenta sulle Filippine vista dal satellite

Da ore, tra l’altro, si è smesso di contare i dispersi, spiega Benito Ramos, il comandante dell’unità per le emergenze. E la cattiva gestione dell’urgenza impedisce alle agenzie di portare aiuti e assistenza ai villaggi rimasti isolati, che ospitano almeno 120.000 persone, tutte tagliate fuori dalla strada degli aiuti. Intanto, 40.000 sono ospitati in strutture d’urgenza, tendopoli allestite per l’occasione. Il 35% delle persone evacuate, sostiene l’Unicef, sono bambini. Al momento, le fonti delle notizie sono ancora discordanti, le comunicazioni difficili.

Dall’Onu, il segretario generale Ban Ki Moon lancia l’allarme. Obama lascia comunicati di solidarietà, e così fa il presidente Napolitano. Ma la verità è che i morti saranno anche mille, ma la distanza li offusca – anche se in Nord Corea la morte di uno solo, Kim Jong Il, sembra contare di più – e li rende impalpabili. Più che le notizie, conta da dove vengono. Importa, a dire il vero, notare che c’è Asia e Asia. E questa sembra essere l’Asia sbagliata.  Certo lo tsunami fece notizia ma colpì anche turisti occidentali in vacanza e qui nelle Filippine, a differenza di allora, le immagini sono solo quelle degli aiuti e non quelle della catastrofe naturale. Si sa: l’albero che cade, se non va in televisione, non cade.