“Questa manovra farà scappare i capitali”

"Questa manovra farà scappare i capitali"

Imposta da 34 euro su estratti ai conti correnti

Gli estratti conto annuali dei conti correnti bancari (inclusi quelli postali e libretti di risparmio) dal 1 gennaio 2012 verranno tassati per 34,20 euro se il cliente è una persona fisica, che diventeranno 100 nel caso di persona giuridica o società. Si tratta di un’imposta annuale sui conti correnti. L’imposta non verrà applicata ai conti sotto i 5 mila euro.

«Sui conti correnti? È chiaro che è l’unico strumento che hanno trovato per migliorare i conti, per trovare i soldi per rendere meno aspra la manovra sulle pensioni e le case. Insomma, hanno cercato i soldi dove sapevano di trovarli. Ma, al tempo stesso, è un segnale bruttissimo: implica che possono tassare più aspramente le ricchezze mobili. È molto pericoloso: i capitali si sposteranno e rischieremo di morire di equità».
 

Indicizzazione delle pensioni fino a 1.400 euro

I trattamenti pensionistici verranno adeguati all’inflazione per un valore triplo del minimo, cioè fino ad un massimo di 1.400 euro. Nel 2013 la soglia calerà fino a circa 900 euro.

«È giusto, serve a venire incontro a un problema. Però, anche qui: per farlo si utilizzano norme che, in termini astratti sono preferibili, ma che, nel concreto, sono segnali negativi per chi detiene la ricchezza
 

Contributi del 15% per le pensioni oltre 200 mila euro

Previsto un contributo di solidarietà del 15% sui trattamenti pensionistici che superano i 200 mila euro.

«Giustissimo. Se un’azienda è in difficoltà, se naviga in cattive acque, spetta ai soci intervenire per salvarla. Ora, l’azienda è lo Stato. Ed è giusto che i suoi soci più facoltosi contribuiscano per quanto possano a salvarlo».
 

Eccezioni sull’età di pensionamento prevista dalla riforma

I lavoratori che avranno più di 35 anni di età contributiva entro il 31 dicembre 2012 che «avrebbero maturato, prima dell’entrata in vigore del decreto, i requisiti per il trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2012» potranno andare in pensione anticipata con «un’età anagrafica non inferiore a 64 anni».
 

Ici Imu, detrazioni per le famiglie

Rimane la detrazione da 200 euro prevista, che varrà per tutti. Al massimo si potrà avere una detrazione di 600 euro, che si otterrà in base al numero di figli. La detrazione infatti salirà di 50 euro per ciascun figlio che non abbia più di 26 anni che abiti «abitualmente e residente anagraficamente nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale. L’importo complessivo della maggiorazione, al netto della detrazione di base, non può superare un massimo di 400 euro».

«Anche questa è giusta ed equa. È chiaro qual è la logica della manovra: tentare correzioni che vadano ad aiutare le classi più in difficoltà. L’importante è che non vada ad avere effetti negativi in altri settori, e non è questa la sensazione».
 

Aumento dei contributi per i lavoratori autonomi

I contributi che verranno richiesti ai lavoratori autonomi saliranno progressivamente fino ad arrivare al 24% nel 2018. Questo aumento riguarderà tutti quei lavoratori che non hanno un contratto da lavoratore dipendente e l’aumento sarà progressivo per anno. Nel 2012 lo “scalino” più alto con un aumento che sarà dell’1,3 per cento. Successivamente il prelievo previdenziale salirà del 0,45% l’anno.

«Non sono per niente d’accordo. Ancora, è l’esigenza di fare cassa a prevalere. Anche in questo caso. I contributi del contributivo devono essere per la pensione, e a pagare sono sempre i lavoratori autonomi. Ora, è vero che in termini assoluti pagano meno dei dipendenti, ma va ricordato che tutto è a loro carico. Per i giovani con partita Iva, il dramma non è la tassazione ma il prelievo contributivo. Trovo questa misura indegna».
 

Dilazione pagamenti ad Equitalia

Le aziende in crisi potranno pagare le rate ad Equitalia rateizzando fino 6 anni l’importo che devono corrispondere.

«Giusto. Se serve, allora si faccia».
 

Bollo sulle attività finanziarie

Un’imposta di bollo, come quella già presente sui depositi, su tutte le attività finanziarie. Ma in realtà non è un imposta fissa, ma percentuale. Proporzionale, ossia, al valore dello strumento finanziario. È dello 0,1% nel 2012 e dell’1,5% nel 2013.
E al contrario di prima è estesa a tutte le attività finanziarie. Anche a quelle non soggette all’apertura di un deposito titoli.

«Questa è giusta. Segue sempre lo stesso meccanismo: in questa serie di emendamenti si vede una disinvoltura di aggressioni alla ricchezza mobile. Il risultato sarà una fuga in massa. È sempre stato così, e lo sarà anche stavolta».
 

Bollo per capitali scudati a 10 per mille nel 2012 e nel 2013

Imposta di bollo speciale, pari al 10 per mille per il 2012 e per il 2013 per le attività finanziarie che sono rientrate in Italia grazie allo scudo fiscale. È stata fissata anche un’aliquota ordinaria, pari al 4 per mille.

Un 10 per mille, che significa 1 per 100, si dovrebbe andare ad aggiungere al precedente 1,5%. Certo, dal punto di vista emotivo dà meno fastidio: chiariamoci, per chi si trova le pensioni ridotte, il problema non sono certo i capitali scudati. Il punto, però, è che anche questa è una misura rischiosa e pericolosa».
 

Imposta immobili all’estero a 0,76%

Interessati dagli emendamenti anche gli immobili di proprietà all’estero, qualisasi sia il loro uso di «persone fisiche residenti nel territorio dello Stato». La nuova tassa pari allo 0,76% sul valore dell’immobile è calcolata sull’atto di acquisto dove non vi sia un valore di mercato «rilevabile».

«Questa è una Imu sugli immobili all’estero. Terribile. Non ho parole».
 

Imposta sulle attività finanziarie all’estero

Valore 0,1% annuo per le attività finanziarie per il 2011 e il 2012 che sale allo 0,15% a partire dal 2013.

«Il prelievo è significativo, ma credo che sia anche contrario a ogni trattato europeo In questo modo si disincentiva l’attività finanziaria all’estero, cioè si compie un atto di discriminazione e si va contro il principio di libera circolazione dei capitali».
 

Esclusi i taxi dalle liberalizzazioni, rinviato decadimento delle giunte provinciali al 2013

Il governo ha inserito in manovra un termine per la decadenza delle giunte provinciali molto in là nel tempo, il 31 marzo 2013. Un emendamento dei relatori in commissione Bilancio e Finanze sposta fino a dicembre 2012 l’avvio delle procedure per le liberalizzazioni, da cui è escluso «il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea», cioè i taxi.

«È un governo che non è riuscito a intervenire sui taxi. Sulle province non ha avuto la giusta forza. Questo punto è solo una cosa: la pietra tombale di questa manovra».